1.Urge una consapevolezza – E’ ormai urgente che il mondo liberale acquisisca la piena consapevolezza del rilievo assoluto della meccanica quantistica in campo scientifico. Il motivo è che ha riflessi decisivi sul come organizzare la libera convivenza
2. All’epoca quantistica – Una decina di anni fa, dopo novanta anni di dibattito molto acceso tra gli scienziati, i risultati sperimentali hanno comprovato al di là di ogni dubbio che il fondamento della fisica è la meccanica quantistica e non la meccanica classica. Al riguardo, tra i due premi Nobel, aveva ragione Niels Bohr, non Albert Einstein.
Dall’inizio del ‘900 ad oggi, i dati sperimentali hanno stabilito che nel mondo l’energia è fatta di quanti, cioè discontinua, che la meccanica quantistica della equazione di Schroedinger è completa e, nel tempo in avanzamento, mostra una realtà probabilistica nel profondo (non deterministica), nella quale è possibile indicare la probabilità dei singoli avvenimenti ma non fare in alcun modo previsioni precise su quali saranno. Ne consegue che, dopo ogni azione, è decisivo verificarne i risultati.
Si tratta di una svolta epocale (nel 2022 i tre del passo finale, Aspect, Clauser e Zeilinger, hanno avuto il Nobel). Per millenni si è pensato che conoscere fosse individuare la realtà eterna del mondo disposta dalla divinità creatrice. Per di più siffatta impostazione, pareva trovare conferma nelle continue osservazioni sul campo percepite nella vita immediata. Perciò gli strumenti dei rapporti con il mondo avevano fin dal nascere un obiettivo statico come esito finale. Così per decine di secoli si è ritenuto concettualmente corretto il sistema di rappresentare le cose del mondo mediante matematica e geometria nonostante non contengano un parametro “tempo” che replichi in pieno le caratteristiche effettive del tempo fisico.
La meccanica classica ha finito col mostrare limiti per più versi. Soprattutto a livello delle relazioni atomiche, al punto che non riusciva a spiegare sperimentalmente del tutto la luce e l’elettrone . Infine si è arrivati alla meccanica quantistica, la sola funzionante a livello microscopico e soprattutto molto innovativa. La sua equazione ha sempre due soluzioni alternative. Fatto che riflette il dualismo onda particella della materia – intesa proprio a livello di singolo fotone, il quanto di luce – dualismo risolubile solo con la misurazione non contestuale di posizione e velocità. Insomma, la più piccola componente fisica non è statica nella sua essenza e viene fissata dal sottoporla ad una misura dall’esterno (in pratica equivalente alla valutazione pubblica del comportamento della particella). Perciò, con questa struttura, l’equazione esclude il determinismo (cioè la vita prestabilita integralmente con un obiettivo statico) e coglie la probabilità di ciò che sta avvenendo. Una struttura siffatta implica l’irreversibilità del tempo.
I risultati sono stati eccezionali. Con la meccanica quantistica si è divenuti capaci di spiegare svariati e importanti fenomeni prima inspiegabili nell’ambito della fisica classica. Tuttavia siamo agli albori del conoscere l’universo (oggi intorno al 5%). Al CERN di Ginevra, un gruppo di 24 paesi opera una ricerca incessante per allargare ulteriormente la conoscenza dell’universo. Al momento si è giunti a spiegare due punti. Che l’Universo è pervaso di energia in varie forme , le quali di frequente hanno transazioni reciproche pur conservando uguale valore globale. Secondo, che la forma particella non è una struttura stabile ed indistruttibile, bensì è il concentrarsi istantaneo, e talvolta effimero, di un altro aspetto di energia, l’onda (quindi non si tratta di un vero e proprio dualismo onda particella, ma piuttosto di caratteristiche fisiche differenti e contestuali). Allora l’indeterminatezza del non poter misurare insieme posizione e velocità, esprime il riferirsi non al medesimo oggetto stabile, ma a due caratteri diversi corrispondenti a due diverse manifestazioni del modo d’essere dell’onda. Per di più – aspetto di rilievo perfino maggiore – la ricerca ha reso possibile mediante specifiche particelle, le intersecate (“entangled”, una realtà ancora zeppa di aspetti misteriosi) un sistema di calcolo assai superiore. Superiore perché la memoria del calcolo quantistico non è più basata sullo scegliere tra due alternative ad ogni passaggio, il bit ordinario (che ha due valori possibili, 1 oppure 0, alternativi tra loro) bensì sul bit quantistico, il qbit (che ha ancora due valori , 1 oppure 0, ma allo stesso tempo, perché i suoi due stati di valore sono sovrapposti in contestuali processi paralleli). Di conseguenza, nel calcolo quantistico il qbit rende disponibili molte più combinazioni, può esaminare nel medesimo istante un numero molto maggiore di casi e così diviene capace di risolvere in tempi umani problemi di calcolo complicatissimi non risolvibili dai computer tradizionali negli stessi tempi. La velocità di calcolo cresce in modo esponenziale man mano si aumenta il numero dei qbit usati.
E’ indispensabile aggiungere subito che disporre di particelle intersecate non è affatto facile (essenzialmente si deve operare sui fotoni, e nei quattro decenni recenti i maggiori laboratori del mondo ne hanno intersecati poco oltre la ventina). In. ogni caso, negli ultimissimi anni vi è stato un fortissimo sviluppo dei computer quantistici. Che oggi hanno come maggior problema la difficoltà di mantenere la sovrapposizione degli stati insidiata da fattori esterni come le variazioni termiche o le fluttuazioni elettromagnetiche.
3. Le indicazioni politico istituzionali ricavabili dalla quantistica. Allo stato degli atti, le due fisiche, la classica e la quantistica, sono accomunate dallo sforzo di descrivere lo stesso universo sottostante. Passando ulteriore tempo, in via sperimentale ci saranno nuove conoscenze ancora più ampie. Ma già le novità odierne debbono indurre una vasta riflessione sul come i meccanismi della quantistica a livello microscopico forniscano indicazioni analogiche riguardo le relazioni tra gli umani alla dimensione ordinaria. Del resto, anche nel passato – durante il lungo subentrare della fisica classica ai libri sacri religiosi e alle tradizioni imposte di volta in volta dai potenti di turno – le osservazioni sperimentate sono state essenziali per costruire nuovi rapporti e regole da mettere alla prova. E, ogni volta, sono state indicazioni di stampo liberale. Ora ne rilevo otto.
3.a Prima indicazione – Fondare la conoscenza sui fatti concreti, abbandonando l’annosa pratica di usare quale bussola politica le teorie dei libri sacri delle religioni e dei miti oppure le concezioni ideologiche. Teorie, miti ed ideologie tracciano prospettive estranee alla realtà, che illudono e portano a schiavitù più o meno esplicite. Sono i fatti ad accomunare i conviventi e ad essere nel profondo il medesimo metro per chiunque.
La primaria importanza di conoscere i fatti da anche rilievo al ruolo essenziale dei mezzi di comunicazione e dei loro operatori. Tale ruolo che purtroppo negli ultimi anni non è svolto in maniera adeguata a causa del propendere al fare previsioni eccitate e dell’inseguire personaggi noti (a livello internazionale pure terroristi) , sempre preferiti al diffondere notizie sugli avvenimenti (inadeguatezza con risvolti drammatici in campo scientifico, ove la mancanza di informazione diffusa tra i normali fruitori, non consente un loro giudizio fondato quando in materia vanno fatte delle scelte di investimenti tramite il voto).
Inoltre non rientra nel rispetto dei fatti il considerare la realtà un qualcosa di continuo. Non è cosa vera. Deriva piuttosto dalla fisiologia degli organi umani, i quali, di norma non funzionando a livello molto piccolo, tendono a considerare compatto qualsiasi sistema.
Una riprova della discontinuità del reale macroscopico, almeno nella parte energia – cosa che, come detto , è una componente essenziale della quantistica – , si ha nel fatto che l’energia della persona umana e dei viventi in genere ha durata inesorabilmente limitata nel far funzionare i meccanismi corporei, non può evitare di esaurirsi con la morte dei singoli soggetti e si rinnova solo attraverso una nuova vita
3.b Seconda indicazione –Accettare senza titubanze che la realtà è dominata dalla probabilità e non ricorre al determinismo automatico. Ciò vuol dire che, per governare il convivere, va adottato il criterio della libertà tra i cittadini , che invariabilmente sono ciascuno diverso dall’altro. Questo è l’unico criterio che consente il loro autonomo esprimersi e il prendere iniziative. Ed inoltre è il solo criterio adatto a governare (appunto perché non deterministico, come appunto è il mondo) e a garantire che si manifestino le scelte individuali dei cittadini.
Dal criterio della libertà deriva l’opporsi al conformismo nei confronti delle tesi diffuse dai gestori del potere (fatalmente funzionali solo ai loro interessi) e il non confondere mai la libertà individuale con idee di altra base, tipo il riferirsi a masse indistinte di cittadini (che cancellano gli apporti individuali). E deriva anche che nessuna struttura delle istituzioni avente la funzione di giudicare sul rispetto delle norme di esercizio della libertà dei cittadini (mai deterministici), può trasformare tale funzione attribuendosi il ruolo di decidere le norme rispetto cui giudicare.
3.c Terza indicazione – Sorge dal fatto che ogni onda esiste solo in quanto insieme di soggetti diversi uno dall’altro, i quali al contempo, manifestano andamenti simili mantenendo la propria diversità. Nella convivenza umana, questa terza indicazione conferma la seconda e porta alla scelta di abbandonare ogni progetto politico fondato su masse indistinte piuttosto che sui cittadini individui. Fa pure comprendere come l’esistenza di andamenti simili in un insieme di soggetti diversi, non intacchi il principio che la propulsione all’agire risiede nelle scelte dei singoli soggetti diversi. Scelte, ricordiamo, probabilistiche non deterministiche. E pertanto non dovute ad una completa uguaglianza dei soggetti autori, che non esiste, bensì al dato che i soggetti autori si esprimono disponendo ognuno di un uguale diritto legale nelle relazioni del convivere e per il resto manifestando scelte diverse in un ampio arco di possibilità.
Non inseguire il mito uguaglianza quando si è fuori dall’ambito “diritti uguali per tutti”, poi si accompagna per forza all’abbandonare la pretesa di voler educare il popolo imponendogli qualcosa piuttosto che ascoltarlo. E si accompagna pure al praticare sempre la verifica dei risultati delle azioni compiute, nella certezza che l’agire, anche se non impositivo, comunque apporta un cambiamento complessivo e perciò è indispensabile verificare quale sia effettivamente tale cambiamento e quali riflessi abbia sulla libertà dei conviventi nei vari suoi aspetti e condizioni. Proprio perché i fatti reali prevalgono sui fini perseguiti e sulle intenzioni.
3.d Quarta indicazione – Predisporre un progetto non è sufficiente a realizzarlo. Perciò serve la consapevolezza che ogni progetto si realizza nel concreto a passo a passo, e che non esiste progetto senza la verifica dei suoi risultati. Per la libertà progettuale, ciò implica che ogni esecutore materiale abbia un ruolo specifico, resti autonomo pur all’interno di una rete di relazioni e partecipi al convivere esprimendo sé stesso in modo propositivo, senza limitarsi al dissenso. Perché il dissenso è un aspetto irrinunciabile della libertà ma non è un valore propositivo a prescindere dai contenuti che ha. Le proposte del dissenso vanno confrontate con le altre e non debbono godere di mezzi preferenziali.
3.e Quinta indicazione – Non smettere, al passar del tempo, di voler conoscere ciò che ci circonda, mettendo a fuoco le risorse ed i mezzi di sussistenza. Il modo per farlo è praticare la scienza sperimentale e utilizzare i suoi ritrovati tecnologici, senza cedere alla propaganda contro di loro dei clericali e dei conservatori (basata sulla paura del nuovo e sul prorogare per forza la tradizione) e senza indulgere nel sognare un mondo irreale marchiato dal perfettismo.
Di fatti, l’aver incluso il probabilismo comporta che il cambiare è ineluttabile e quindi impone l’adottare quale fattore chiave ineludibile il tempo che scorre (oltretutto visto che l’intricazione di alcune particelle, negando la stretta connessione spazio tempo supposta da Einstein, ha reso non sempre operativo il concetto di distanza nello spazio). E lo scorrere del tempo richiede di continuo nuove energie e risorse per alimentare i meccanismi vitali delle specie viventi.
3.f Sesta indicazione – Accettare che ogni umano lascia una traccia nel mondo solo con i suoi comportamenti e il suo manifestarsi pubblico (che equivale alla necessità di misurazione per conoscere quale sia lo spin di una particella). Ciò esclude che si possa fare a meno di un’istituzione dedita a fare le regole del convivere tra cittadini diversi. Vale a dire, va eliminata la ricorrente suggestione, in particolare dei libertari e ingrossatasi nei secoli , che vorrebbe abbandonare lo stato istituzione.
3.g Settima indicazione – Comprendere il senso dell’espandersi mondiale del connettersi elettronico, colmando distanze enormi, collegando sistemi politici opposti e ponendosi al di là delle condizioni socio economiche dei vari territori. E’ un espandersi che resta distinto dall’intricazione del quantismo. E che peraltro – con l’avvio, nell’ultimo mezzo secolo. del connettersi di terminali e computer via reti diverse e poi nell’ultimo trentennio via World Wide Web, cellulari e GPS – si è differenziato sempre più dal modo di telecomunicare preesistente. L’assai diffusa interconnessione è capace di offrire servizi informativi e lavoro intellettuale a distanza, in tempi pressoché istantanei. E ciò implica la necessità di aumentare nel settore della comunicazione il ruolo e il peso dei cittadini individui, con le conseguenti problematiche dell’integrare le regole del convivere, respingendo ogni tentazione di usarle per nuove imposizioni alla libera innovazione conoscitiva della scienza e della tecnica. Analoga cura deve essere di continuo assicurata allo studio e all’uso dell’ Intelligenza Artificiale.
3.h Ottava indicazione – Le scelte compiute dalla maggioranza tramite il voto dei cittadini, non fanno prevalere stabilmente chi le ha proposte, come gruppo o coalizione. Vale a dire, il sistema della maggioranza consegue gli uguali diritti individuali per far sì che ciascuno contribuisca al decidere, però non porta ad un decisore fisso, bensì a garantire che si mantenga il confronto elettorale tra differenti progetti, sottoposti alla scelta della maggioranza e poi messi alla prova.
La maggioranza pertanto si forma sulle idee, sui progetti, sui comportamenti e sui loro risultati. La stabilità sta in questo meccanismo, non nella mancanza di confronto e di scelte, che è la strada autoritaria. In un’ottica più ampia, di livello internazionale, la libertà del convivere si basa sull’estendere la pratica della libertà di scelta e non sull’uso della parola libertà per realizzare la libertà imperiale, che per i cittadini non è una effettiva libertà anche quando si ammanta del combattere le autocrazie.
4 . La presenza politica del metodo liberale – Il mondo liberale deve maturare con urgenza la consapevolezza che le indicazioni nascenti dal prevalere della meccanica quantistica in campo scientifico, sono decisive in campo politico istituzionale. Una consapevolezza che, oltretutto, corrisponde al mero realismo sperimentale.
4.a Imperniarsi sulla libertà dei cittadini- Perché in Italia si avvii il cambiamento e vengano abbandonati i vecchi riti del confronto politico utili solo a chi, per esercitare il suo potere, vuole evitare il cambiamento, non può mancare la formazione politica che, quanto ad offerta politica, ha le seguenti caratteristiche ineludibili. Si impernia sulle libertà individuali del cittadino per consentire a ciascuno di esprimere il proprio diverso spirito critico, si manifesta con la laicità istituzionale, sceglie la convivenza aperta, evita di chiudersi in comunità, include credenti, non credenti e diversamente credenti (perciò accoglie le organizzazioni spirituali e non ha difficoltà a tollerare l’esistenza di organizzazioni religiose temporali, purché si mantengano separate e non invadano lo spazio civile).
Emerge quindi che la formazione si , impernia in modo dichiarato e visibilmente coerente, con le indicazioni della quantistica (a parte l’attuale non capire quale significato abbia la genesi del misterioso entaglement), che mostrano un cambiamento incessante. Da rilevare altresì che il cambiare nel quotidiano riprende la logica funzionale del misurare della quantistica e consegue pure all’osservare interagendo.
Qualora persistesse l’assenza di una simile formazione, non ci sarà una politica desunta dalle indicazioni della quantistica. Di fatti, pur ammettendo che un partito non liberale applicasse parte di quelle indicazioni, per sua natura non potrebbe riprodurne in modo esaustivo lo spirito e la logica liberali. E senza il liberalismo non tanto evocato quanto applicato in modi coerenti, il dibattito resta chiuso nella morsa di qualche ideologia e dei seguaci strutturati delle impostazioni a carattere religioso, non di tipo spirituale ma temporale, e quindi inadatte per loro natura a governare i rapporti civili aperti.
Da ciò consegue che i passi in avanti per una società più aperta avrebbero dei ritmi assai più lenti e confusi. Ritmi simili sono stati una costante nei secoli, ma al giorno d’oggi non si conciliano con l’evolversi dinamico del convivere. La mancanza della formazione delle libertà lascia campo libero, perfino in stati ove esiste lo stabile suffragio, a vari regressi: dell’esprimersi dei singoli cittadini, quanto al libero circolare in una società sempre più chiusa, e perfino quanto alle condizioni democratiche cardine.
Tra l’altro si deve tener presente che, proprio perché il metodo liberale diverge da quello dei partiti dominanti al momento (attenti alle esigenze del potere e disattenti alle scelte dei cittadini), la formazione delle libertà non punta a competere per sostituirli, bensì ad avere una quantità di consenso minima per far valere le idee di libertà e i comportamenti da loro richiesti. Dunque il suo obiettivo non è divenire dominante, è avere un peso nel dibattito politico, così da inserire – mediante programmi mirati attualizzati di continuo – la logica liberale negli indirizzi prodotti dal dibattito. Un tale inserimento influenza le scelte in termini di libertà e accelera l’adozione seppur parziale di impostazioni liberali, più vicine ai dati sperimentali e alle indicazioni dei cittadini. Con ciò accresce di per sé l’evolversi del convivere.
4.b – Conseguenze del metodo liberale- In generale, la presenza del metodo liberale introduce un altro modo di vedere le cose. Oltre a spingere per l’adottare le indicazioni della quantistica, spinge ad abbandonare, o almeno a ridurre parecchio, una serie di concetti e di atteggiamenti assai negativi nel governare la convivenza libera. Iniziando dal frenare il ricorso a perseguire a livello di governo concetti ora frequenti. Quali unità, speranza, sogno, soddisfare emozioni, dire mai più, tutti funzionali a distrarre dal rispettare la realtà, pur senza volerlo. L’unità corrode l’attenzione al ruolo del singolo, la speranza toglie peso al materializzare, il sogno prescinde dall’agire davvero, il soddisfare emozioni rimuove il valutare riflessivo le situazioni, dire mai più da l’Illusione irrealistica che non ci saranno altre disgrazie. Simili concetti non sono pericolosi solo quando si limitano alla propensione privata.
Per tali motivi, il liberalismo è sempre molto realistico. Non predica la società perfetta che non può esistere tra gli umani. Promuove il conflitto quotidiano tra idee e cittadini diversi secondo le regole vigenti al momento (perciò, nei rapporti del convivere, ritiene un obbrobrio illiberale il continuo ricorrere sui social all’esaltare la propria verità soffocando l’esercizio dello spirito critico). Non è mai frettoloso nell’attuare le strategie scelte per apportare i mutamenti alle strutture del convivere, e si impegna sempre onde far maturare le opportune condizioni civili al riguardo ed avere il tempo di sperimentare i risultati conseguenti quelle strategie (altrimenti i criteri di sostenibilità ambientale e sociale, pur quando funzionanti, diverrebbero una pretesa impositiva). E a livello internazionale è fautore della libertà di scambio e ripudia quella imperiale. Restando ben consapevole che, diversamente dagli indirizzi mondialisti della globalizzazione commerciale, occorre distinguere tra il caso in cui i soggetti coinvolti sono solo nazioni democratiche (nel quale si applica la concorrenza costantemente trattata sul mercato) e quello in cui i soggetti includono nazioni più o meno autarchiche (nel quale non esistono condizioni adeguate per la concorrenza su scala universale). Tra nazioni democratiche i dazi sono circoscritti a qualche limitata eccezione, sono invece usuali nelle relazioni tra nazioni democratiche e autarchiche .
Tutte queste ragioni fanno intendere che in Italia i nemici politici dei liberali sono coloro che avversano una corretta apertura dei rapporti della convivenza. E che mantengono il confronto politico su affabulazioni distanti dalla realtà e soprattutto lontane dall’impegnarsi davvero a favore delle libertà dei cittadini, preferendo la politica di potere in ambito di governo o di gestione di compiti istituzionali. Il nodo sta qui.
I liberali antepongono ad ogni cosa la libertà dei singoli cittadini, gli altri gruppi politici nella sostanza ne diffidano, più o meno, pur senza ammetterlo. Questi gruppi hanno per mantra il dibattere richiamandosi di frequente al termine pace. Ma nel migliore dei casi, la loro pace è solo un auspicio fondato sul disconoscere le diversità umane e i conflitti fisiologici nel convivere, locale e internazionale. Sovente serve solo a trasformare i pacifisti in pacifinti.
Solamente una società in cui il criterio della libertà dei singoli cittadini risulti in testa nei progetti di chi governa, può annoverare tra i suoi diritti del convivere quello di operare per la pace. Pertanto la consapevolezza della necessità di uscire dalla barbarie della guerra (pericolosa in specie oggi), dipende dalla capacità di mettere a fuoco regole istituzionali adatte a garantire quella libertà individuale tra i conviventi, che è la precondizione del diritto alla pace, coerente e necessaria. La pace certo non dipende dal mondialismo, che equipara alle autocrazie gli stati promotori delle libertà. Così come è una precondizione, riconoscere nella diversità dei cittadini un fattore di vita prioritario per la convivenza in pace.
4.c L’urgenza italiana- In Italia, la presenza politica del metodo liberale è urgente.
Poiché i conservatori e le destre – che in questo non breve periodo hanno la netta maggioranza degli elettori (sono favoriti, come in molti paesi, dal precedente insistito protrarsi di governi non interessati ai cittadini) – non puntano a fare evolvere l’apertura civile nei termini fin qui descritti imperniati sul cittadino individuo. Privilegiano il richiamarsi alle identità ed ai valori tradizionali, attualizzati e raggruppati da un capo carismatico, che considera i cittadini in superficie autonomi ma in sostanza sudditi.
Poiché la sinistra non sa staccarsi dai ricordi dei passati successi e, ancora pervasa da un’ideologia di massa nonostante essa sia stata già bocciata al vaglio della storia, non è in grado di riflettere con efficacia propositiva sulle sfide del mondo moderno, sullo svincolarsi dal potere, sul superare il collettivismo e sul non ridurre il rapporto con i cittadini al vezzeggiare le rivendicazioni d’ogni tipo. In più la sinistra pensa al futuro come se fosse uno slogan senza corpo vivente.
E poiché una parte consistente del mondo cattolico, tanto diffuso in Italia, è refrattario al metodo individuale, che vuol sottomettere all’uguaglianza. Cioè segue una via felpata per far primeggiare l’autorità terrena, non spirituale, di quelli che dicono di parlare in nome di un Dio essendone magari perfino convinti, ma di per sé poco adatta a governare le istituzioni nel segno della libertà civile e del cambiamento.
L’urgenza dell’Italia di rendere concrete le indicazioni date dai progressi della quantistica, è un ulteriore impulso per aiutare la ripresa politica del metodo liberale. Quel metodo che con lo spirito dei ritmi evolutivi quantistici ha molti e decisivi aspetti similari. Essenziale è quello del cambiamento. L’universo nel suo profondo è in permanenza agitato dalle onde quantiche, che restano anche quando si sono trasformate in particelle di materia in apparenza in stasi istantanea a livello macroscopico (quindi nell’universo è incessante il cambiamento). Il metodo liberale si affida alle diversità degli individui per mantener vivo un confronto senza sosta contro il conformismo che vuole l’impossibile stasi del tempo e delle istituzioni (quindi il metodo liberale richiede di restare impegnati nell’affrontare i cambiamenti e spinge di continuo a conoscere di più i meccanismi del mondo intorno).
Per tutti i motivi illustrati fin qui, nelle scelte politiche del governo italiano va presto ricuperata la presenza del metodo liberale. Ciò non può accadere senza che prima esista di nuovo una Formazione delle Libertà in grado far convergere politicamente i cittadini liberali.