Perché i liberali non possono stare nel centro destra (a Livio Ghersi)

 

Caro Ghersi,

desidero innanzitutto ringraziarTi per la collezione rilegata di Pratica della Libertà e chiedere venia per il qualche ritardo con cui Ti rispondo. Detto ciò, fammi subito dire che la Tua lettera non ha niente a che fare con la Tua mancanza di doti diplomatiche, ha a che fare con la Tua mancanza di ragionevolezza soprattutto per la completa violazione dell’einaudiano conoscere per deliberare.

Parto però dalla questione di fondo, vale a dire a dire la mia affermazione, per Te preoccupante, secondo cui non si può definire politicamente liberale chi oggi sta nel centro destra. Questo è un punto concettualmente decisivo sotto diversi aspetti. A parte che non c’entra nulla la mancanza di rispetto da Te invocata (l’esser liberali non è una qualità morale a meno di non considerarlo una sorta di distintivo per le persone dabbene), qualora i liberali potessero, in una medesima circostanza storica, schierarsi indifferentemente in ogni gruppo politico sempre e solo nel nome del liberalismo, ciò evidentemente significherebbe che il liberalismo politico non può mai essere un partito. Il porre come motore dell’azione politica la libertà innanzitutto e la diversità individuale del cittadino, non potrebbe identificare un programma politico.

Se le cose stessero così, avrebbero ragione tutti coloro appartenenti ad altre culture che negano al liberalismo la capacità di seguire le cose del mondo e soprattutto quella di essere agente sociale del cambiamento. Mi pare che Tu abbia ipostatizzato ed estremizzato il prepartito crociano, che è  l’aspetto più carente della sua filosofia, in quanto, con l’aria di far del liberalismo una dottrina suprema, lo sterilizza.  Non a caso Einaudi  sottolineava l’importanza del comportarsi da liberali, dal momento che una società è libera se consente e promuove l’esercizio della libertà non se in essa vi sono uomini liberi. E non capisco davvero, se questo è il Tuo presupposto, perché te la prenda tanto con Marzo e anche con Zanone, i quali non farebbero altro che applicare il liberalismo politico secondo il loro punto di vista. Il fatto è che il liberalismo politico non attiene solo alla cultura liberale  del proprio punto di vista ma verte soprattutto sulle azioni politiche da fare, in un dato momento storico, per migliorare le condizioni di  convivenza di cittadini liberi, il che, l’esperienza lo dimostra, si può ottenere al massimo appunto promuovendo istituti e relazioni liberali anche quando parrebbero più facili e spicce altre vie.

E’ chiaro che, per individuare le azioni da fare, si discute tra i diversi liberali, ma tra liberali la discussione ha criteri logico politici stringenti ( la libertà e la società aperta)  che attengono alle conseguenze prevedibili dell’azione discussa tenendo conto anche dell’esperienza ( il liberalismo non riparte sempre da zero ). Per questo dico che non si può definire politicamente liberale chi oggi sta nel centro destra. Hai bisogno che Ti elenchi  qualche proposta della Casa delle Libertà in  frontale conflitto con l’abc del liberalismo? Per esempio, la pretesa di legare la propaganda TV alla preesistente forza delle liste politiche, l’attacco alla laicità delle istituzioni e alla libera coscienza dei cittadini, la concentrazione di potere, la mancanza di dibattito e di scelta interni secondo criteri democratici, l’intento di trasformarsi in un partito popolare, l’accentuazione del problema endemico del conflitto di interessi (per non parlare di altre cose trascurabili come il recalcitrante europeismo). Siccome una discussione su questi e altri argomenti conduce la stragrande maggioranza dei liberali (non quelli sedicenti o posticci ma quelli che applicano la regola oggettiva dei criteri liberali ) a concludere che la CdL non può essere  liberale, ciò da titolo di negare a chi sta attualmente nel centro destra l’identità di liberale. Se non si fa questo, si opera uno stravolgimento del liberalismo, il che nella storia ha spesso preceduto di poco i gravi danni alla libertà. E per favore non richiamarti a Sogno, il quale era un eroe, una persona tutta di un pezzo e un fedele servitore dei servizi diplomatico-riservati, che credeva di essere liberale e poi del liberalismo ha violato una serie di presupposti essenziali pretendendo di usarlo ( e meno male riuscimmo ad impedirlo ) per operazioni eversive funzionali al disegno di una concezione dell’occidente chiusa e liberale solo nei confronti di quelli con essa d’accordo. Tant’è che Sogno uscì dal PLI non a seguito dei provvedimenti dei probi viri liberali a metà degli anni ’70, ma anni dopo quando individuò nello PSI una nuova occasione per la crociata del suo occidente contro il comunismo. Smettiamola di pensare al liberalismo identificandolo in questi personaggi  che hanno provato con i loro comportamenti di non avere a che fare con la politica liberale.

Passando alla questione di Toscana Futura, la Tua violazione del criterio einaudiano raggiunge il parossismo. Invece di chiedere informazioni e poi esprimere giudizi, Ti lanci in una serie di considerazioni che non ho abbastanza confidenza con Te per qualificare come meritano. Sarebbe bene non parlare delle cose che non si conoscono abbastanza ( o che addirittura si sono orecchiate da coloro che sono partecipi o fautori della linea avversa )  e che non si ha l’umiltà intellettuale di voler conoscere prima di dare giudizi. Il fatto è che , come tu stesso ammetti – ma forse ti è sfuggito il termine – la lista Macelloni era “formalmente” una lista terza. Formalmente appunto ma non politicamente. Dato che io mi attengo ai criteri einaudiani e considerato che come dici non ci incontreremo presto, Ti rifaccio la storia indicandoti i passaggi in dettaglio, augurandomi che Tu sia altrettanto paziente nella lettura quanto sei stato impaziente nel giudicare e restando a disposizione per la documentazione di cui Tu  avessi bisogno.

Cronistoria Toscana. – La FdL non ha fatto parte ma ha inventato la proposta di aggregazione alle regionali e poi concordato con Cariglia (gruppo dei centouno) le procedure (testo dell’appello incluso) per il suo lancio effettuato a metà ottobre con un appello affidato ai centouno onde sottolineare il radicamento società civile. I gruppi coinvolti erano : Centouno, FdL, Nuovo PSI, Partito Radicale, PL, PRI, PSDI, rappresentanti delle Liste civiche della Toscana. Allora non si chiamava Toscana Futura. Il nome fu proposto dal sottoscritto in una fase molto ( diverse settimane) successiva, dopo la prima riunione-assemblea svoltasi il 7 novembre all’Hotel San Gallo Palace. In questa riunione assemblea – alla quale prese parte anche Piccini, sindaco di Siena per un decennio, ora presidente MPS France, in fase di controversa espulsione dai DS (pronuncia dei probi viri provinciali e regionali) – venne intanto ribadito che i socialisti delle Europee non erano in realtà solo Nuovo PSI ma anche i socialisti di Signorile e quelli di Formica (per darti un’idea, la differenza in Toscana tra i voti delle Europee e quelli delle contemporanee provinciali, Nuovo PSI da solo, è stata della metà) i quali ultimi tennero a distinguersi con forza. Si confermò da FdL, socialisti Signorile-Formica, PL, PRI, Liste civiche che la posizione doveva essere distinta dal centro destra e dal centro sinistra utilizzando le critiche al nuovo sistema elettorale ( costruito di comune accordo da centro sinistra e centro destra e votato insieme) e al forte aumento del numero dei consiglieri regionali. Il Nuovo PSI ( parlarono in quattro ) disse di essere molto interessato ma che si doveva attendere il loro congresso regionale a metà gennaio. I radicali erano curiosi ma rimettevano ogni decisione a Roma. La segretaria del PSDI rimase in silenzio. Venne deciso che non si poteva attendere gennaio e di fare una riunione più ristretta quanto prima. Della riunione-assemblea ci fu un consistente riscontro sulla stampa.

Nella successiva riunione ristretta ( alla quale non c’erano i radicali) venne stabilito in linea di massima il nome Toscana Futura (mia proposta proprio per stabilire un punto di contatto con le civiche, il cui apparente factotum Macelloni aveva fatto a giugno 2004 liste Peccioli Futura e Pisa Futura), deciso di fare il sito, affidato a me e a Cariglia, di predisporre una bozza di preambolo per cominciare a raccogliere adesioni da lanciare prima di Natale e prospettata l’opportunità di utilizzare le primarie per il candidato presidente ( era in corso l’approvazione della legge in merito ) qualora la Corte Costituzionale, come già si vociferava, avesse respinto il ricorso del Governo sullo Statuto (cui era legata l’applicazione della nuova legge elettorale). I socialisti del Nuovo PSI ribadirono esplicitamente che si correva troppo e che loro dovevano attendere la metà di gennaio. Siccome Cariglia sarebbe stato in vacanza per quasi tre settimane ( a fine gennaio, in una fase di scontro con il Nuovo PSI, Cariglia ci ha poi rivelato che lui voleva soprassedere dalle vacanze ma che i due del Nuovo PSI fiorentino lo avevano con insistenza invitato a non farlo così da far loro guadagnare  tempo ), venne comunque stabilito che saremmo andati avanti con il preambolo politico e che avremmo proseguito gli incontri anche nel periodo di assenza di Cariglia per poter preparare l’uscita prima di Natale (indispensabile perché non avendo mezzi, dovevamo apparire quando ancora non ci fosse stato l’affollamento preelettorale).

Ci riconvocammo a casa Prosperi il 2 dicembre per il preambolo politico già sbozzato a fondo, per organizzare la riunione da fare prima di Natale e per definire i “gruppi” d’azione provinciali. Eravamo presenti FdL, Nuovo PSI, PL, PRI, Macelloni e liste civiche mentre i socialisti di Signorile e Formica avevano ribadito la loro adesione ma non potevano essere presenti. La riunione confermò l’atteggiamento dilatorio del Nuovo PSI motivato con il loro congresso regionale di metà gennaio che di fatto bloccava tutti e tre i punti; gli altri invece convenivano su tutti e tre i punti. E’ interessante rilevare che nel corso della riunione, mi venne telefonata la notizia che la Corte Costituzionale aveva respinto il ricorso del governo e che dunque si sarebbe votato con la nuova legge. Colzi (ex deputato PSI, richiamato da pochi mesi nel Nuovo PSI, in pectore futuro Segretario regionale) espresse una certa contrarietà ma di fatto iniziammo ad approfondire le tecniche della nuova legge elettorale (ormai praticamente certa, a parte eventuale referendum contro l’entrata in vigore dello statuto). Questa legge – ne parlo ritenendo che Tu non la conosca dato che è un unicum ed essendo d’altra parte essenziale per tutta la vicenda sapere come funziona – prevede che vi siano gruppi di liste provinciali con lo stesso simbolo e coalizioni tra gruppi di liste con un candidato presidente comune dotato di  un altro proprio simbolo. Premesso che partecipano alla distribuzione dei seggi i gruppi di liste che, facendo parte di una coalizione forte almeno del 5%, abbiano ottenuto almeno 1,5% dei voti, oppure i gruppi di liste che abbiano ottenuto almeno il 4%, i 63 consiglieri vengono attribuiti così : a) ad ogni gruppo di liste che abbia diritto ai seggi e abbia ottenuto almeno il 1,5% dei voti, viene dato un seggio ; b) i restanti seggi  sono assegnati con il d’Hondt. I candidati presidente arrivati primo e secondo vengono eletti direttamente consiglieri regionali oltre gli altri 63 mentre i successivi candidati presidente sono ricuperati con un’altra procedura a scapito dell’ultimo resto tra quelli dei gruppi di liste che li sostengono. Colzi sosteneva che bastava un solo simbolo, quello del gruppo di liste e non per il presidente, e sul subito non si capì il perché dato che la legge è al riguardo chiarissima. Era comunque molto contrario alla partecipazione alle primarie perché avrebbe significato accettare l’impostazione della Giunta ( il centro destra era contrarissimo alle primarie) . La riunione si concluse dicendo che chi era  già pronto andasse avanti, che il Nuovo PSI avrebbe chiesto nuovi lumi alle varie proprie segreterie provinciali. Nel viaggio di ritorno verso Pisa, chiesi a Macelloni specifiche notizie di Piccini e mi venne detto che era senza dubbio con noi e che avrebbe continuato a tenere i contatti ( nota, i primi di febbraio è poi emerso che non era affatto così perché negli stessi giorni Piccini aveva parlato con persona delle liste civiche , in maggioranza ex PCI o comunque DS, con cui aveva rapporti da anni e aveva detto di non poter prendere parte all’iniziativa perché Macelloni non avrebbe concepito altro candidato presidente che sé stesso).

La settimana seguente rientrò Cariglia mentre il Nuovo PSI  aveva nel frattempo confermato l’interesse all’iniziativa ma insieme la necessità di attendere il proprio congresso regionale a metà gennaio. Alcuni di noi si incontrarono al congresso regionale dei radicali (presente Capezzone) nel quale divenne chiaro come assai difficilmente i radicali avrebbero aderito all’iniziativa. Cariglia confermò l’adesione del PSDI e convenimmo che attendere avrebbe significato rinunciare all’iniziativa per cui si comunicò al NuovoPSI che sarebbe stata convocata una assemblea generale  il 5 gennaio a Firenze. Tra noi si stabilì che sarebbe fatta passsare la notizia della nostra possibile partecipazione alle primarie, si sarebbero fatte predisporre varie bozze per i loghi della coalizione e che io avrei iniziato a limare i testi da sottoscrivere per stringere  l’alleanza tra quattro gruppi di liste, Laici (FdL, PL, PSDI, PRI) , Socialisti (Nuovo PSI, Socialisti Signorile, Socialisti Toscana), Liste Civiche e, se ci fossero stati , i radicali.

Il 5 gennaio si tenne a Villa Arrivabene (sede di una circoscrizione del Comune) un’assemblea affollata di 80/90 persone di tutta la Toscana e di tutti i gruppi coinvolti, alla presenza anche di tre o quattro televisioni e diversi giornalisti; sulla parete, durante il dibattito, venivano di continuo proiettati (un’altra cosa da noi voluta) i vari loghi della coalizione tra i quali scegliere. La discussione si polarizzò sul come sviluppare l’iniziativa, ponendosi le tesi seguenti: a) quella del Nuovo PSI contraria alle primarie ( anche con la motivazione che svolgendosi il 20 febbraio non si avrebbe avuto tempo per le firme), a favore di una sola lista NuovoPSI in cui inserire i candidati di laici liste civiche etc e disponibili a discutere quale socialista scegliere come candidato presidente; b) Centouno, FdL, PL, PRI, Liste Civiche ricorso alle primarie previo accordo sui tre candidati in corsa, coalizione composta di tre gruppi di liste ( laici, Socialisti, Liste Civiche) più la quarta radicale e con mutualità reciproca anche in campo finanziario; c) i socialisti di Signorile e Formica incerti sulle primarie, favorevoli ai tre gruppi di liste più eventuali radicali; d) i radicali confermarono con il coordinatore regionale che avrebbe deciso Roma e con un altro, lucchese già candidato dieci anni fa a Sindaco della CdL, spezzarono una lancia a favore della tesi Nuovo PSI della lista unica. Siccome la grande maggioranza era  per andare avanti su primarie e 3+1 liste, venne deciso di fare un comitato ristretto ( senza i radicali) e proseguire operativamente sempre su una linea diversa da maggioranza e opposizione, secondo quanto indicato nel preambolo trasformato in appello della coalizione e con il nome definitivo di Toscana Futura.

Prima di proseguire, è bene ricordare che già nel corso dell’assemblea venne discusso apertamente sulle prospettive elettorali raggiungibili. Secondo il Nuovo PSI, loro puntavano al 4% con il loro solo simbolo ed erano sicuri di raggiungerlo se nella loro lista fossero  entrate anche le altre componenti. I socialisti di Signorile e Formica eccepivano che in primo luogo non sarebbero entrati in una lista Nuovo PSI bensì in una socialista unitaria tipo europee e che comunque si sarebbero presi molti più voti con uno schieramento di liste per componenti  omogenee. Tutti gli altri condividevano due concetti: primo, la scarsa possibilità di aggregare  l’elettorato socialista con quello proveniente dalle civiche ( quasi tutte di provenienza ds e sinistra) ed anche dai laici, secondo, che se si fosse ritenuto possibile raggiungere  il  4% con una lista sola, allora a maggior ragione si sarebbe raggiunto pressoché certamente il 5% con le tre liste delle tre componenti ( il calcolo era laici 1,0 / 1,2 %, Socialisti 2,0/2,2%, Civiche 2,1/2,3%)  e sicuramente con la quarta radicale. Il Nuovo PSI recalcitrò e non si allineò, sempre con il motivo che avevano  il loro congresso regionale il 15 gennaio. Il comitato ristretto si riunì a ritmi abbastanza serrati ( nel mese di gennaio almeno sette riunioni, o a casa Cariglia o nel suo ufficio alla RAI e la FdL fu sempre presente con due o tre persone) e presto si registrò il coagularsi del nucleo Centouno, FdL, Liste Civiche, PL, PRI, che stabilì anche dei gruppi organizzativi provinciali e decise di presentarsi in un unico gruppo di liste dal nome Laici e Liste Civiche ( per avere tranquillità sulla firme e perché, stante la legge elettorale, se la coalizione avesse ottenuto il 5%, questo gruppo di liste avrebbe preso almeno 2 consiglieri regionali e potevano prenderne altri due i socialisti uniti)  che avrebbe ripreso il simbolo della coalizione Toscana Futura nel frattempo scelto e di cui avevo fatto la descrizione formale (“corona circolare  color petrolio  con all’interno dita stilizzate intrecciate e multicromatiche di due mani, sullo sfondo di paesaggio collinare a colori e con una banda orizzontale nella parte inferiore riportante  la scritta Toscana Futura in nero “) . I socialisti di Signorile e Formica mantenevano stretti contatti nella prospettiva che si arrivasse al secondo gruppo di liste di socialisti uniti, il Nuovo PSI si distaccò (non partecipò più dopo la prima riunione), il PSDI ( con cui teneva rapporti esclusivamente Cariglia) non partecipò mai e poi abbandonò dopo che le redini regionali erano passate ad un commissario romano che paventava uno scivolamento di Toscana Futura troppo sulle posizioni del NuovoPSI e del centro destra. Il distacco del Nuovo PSI – che insisteva sulla contrarietà assoluta alle primarie, sulla necessità di accordarsi su un loro candidato presidente e su una sola lista con il loro simbolo – non fu considerato un ostacolo dal nucleo di Toscana Futura che, prima del Congresso Regionale del Nuovo PSI, tenne una riuscita conferenza stampa annunciando la propria partecipazione alle primarie e iniziando la relativa raccolta delle firme da presentare il 31 gennaio. I due candidati presidente di Toscana Futura erano Cariglia e Macelloni (il terzo possibile era lasciato disponibile per il Nuovo PSI nel caso avesse cambiato idea) che avevamo proposto noi FdL convincendo Cariglia con la regola interna che il secondo arrivato nelle primarie avrebbe fatto il Candidato regionale (listino con un solo nome) del gruppo di liste Laici e Liste civiche ( e dunque sicuramente eletto nel caso di raggiungimento del 5% da parte della coalizione).

Mi venne dato inoltre mandato, al fine di irrobustire l’apporto di voti, di prendere contatto via Roma con il Codacons-Consumatori che alle Europee in Toscana avevano ottenuto circa lo 0,7%. Parlato con Rienzi, ci incontrammo più volte, noi della FdL, con i dirigenti regionali dei Consumatori e ottenemmo la loro disponibilità così inquadrata e condizionata: la loro preferenza era per la nostra coalizione perché nettamente più affine al loro posizionamento; avevano contatti sia con il candidato presidente del centro destra che con quello di centro sinistra, ma non vedevano possibilità con il primo, mentre mantenevano il secondo come possibile seconda scelta; siccome il loro problema era la visibilità in vista del 2006, dovevano fare un gruppo di liste per conto loro; per le firme non avevano problemi in cinque province ed erano di certo in grado di fare almeno l’80%/85%  in altre tre, e circa  i 2/3 nelle altre due, chiedevano una mano per raggiungere il livello in una o più di queste ultime cinque, in modo da poter complessivamente presentarsi in sei province, il minimo di legge, o più; non volevano aiuti finanziari diretti ma desideravano una forma di mutualità per il caso che la coalizione nel suo complesso raggiungesse il 5% accedendo così al meccanismo dei rimborsi.  Questi incontri si svilupparono fino ai primi di febbraio e ne furono tempestivamente e puntualmente informati innanzitutto via telefono, Cariglia e gli altri partecipanti alle nostre riunioni.

Il 14-15 gennaio si svolse il Congresso Toscano del Nuovo PSI  che riconfermò puntualmente le loro posizioni e che riferì di non essere pronto ad incontri con noi in quanto la settimana dopo c’era il loro congresso nazionale e la settimana dopo ancora dovevano procedere alla elezioni del nuovo segretario regionale. Da rilevare che dopo l’intervento di saluto al loro Congresso Regionale, nostro e del PRI,  nessuno dei dirigenti del Nuovo PSI ha mai più parlato con uno della FdL né a Firenze né altrove, nonostante nelle settimane tra fine gennaio e primi di febbraio il sottoscritto avesse più volte sollecitato i colloqui telefonando ad un noto personaggio ex vice sindaco di Livorno del PSI e riarruolato nel Nuovo PSI quale presidente delle loro assemblee regionali. I due fiorentini, Sottani e Colzi, tenevano invece pressoché quotidiani contatti soprattutto con Cariglia, poi progressivamente estesi al PRI e quindi a Macelloni. Scarlino con cui diversi di noi parlarono nel complesso varie volte in quelle settimane, aveva contatti con il Nuovo PSI un pò di riflesso. In ogni modo la preparazione delle primarie da parte di Toscana Futura andava avanti in modo serrato con lo svolgimento di conferenze stampa congiunte di Cariglia e Macelloni nelle diverse province toscane con buon successo di stampa e televisioni. Quanto alle firme (da consegnare, ricordo, il 31 gennaio) , Macelloni aveva assicurato che ci avrebbero pensato le liste civiche per poi dirci negli ultimissimi giorni, di fronte alle nostre sempre più pressanti richieste di avere dettagli concreti ( anche per predisporre il piano di raccolta per le regionali), che  era opportuno che i laici raccogliessero  400 firme cosa che facemmo tra Firenze, Grosseto, Livorno e Pistoia.

Nel frattempo, nel corso di diverse riunioni e cene, era stato limato fin nei più piccoli particolari il testo dell’accordo per tutto quanto concerneva gli aspetti politici, organizzativi e finanziari dell’operazione Toscana Futura, articolata anche attraverso la costituzione dell’omonima associazione. In sintesi, l’Accordo per il Gruppo di Liste Civiche-Laici alle elezioni della primavera 2005 per la Regione Toscana sottoscritto da Centouno, FdL, Liste Civiche, PL, PRI,  iniziava con lo specificare “l’intenzione dei contraenti di partecipare alla suddetta competizione elettorale dando vita tra di loro a un gruppo di liste provinciali  collegato allo stesso candidato Presidente della Giunta Regionale, con l’obbiettivo di avviare, nel corso della legislatura regionale 2005/2010, il cambiamento fondato sui valori della partecipazione civile  e della cultura laica, liberal-democratica e socialista e in grado di superare i compromessi deteriori finora messi in atto dalla maggioranza di centro sinistra e dall’opposizione di centro destra”. Dopodiché, pattuivano di “dar vita tra di loro, ai sensi dell’ art.9 della LR n.25 del 13 maggio 2004, a un Gruppo di liste provinciali LAICI E LISTE CIVICHE collegato allo stesso candidato Presidente della Giunta Regionale, con le finalità descritte in premessa, così costituendo una coalizione denominata TOSCANA FUTURA (e di seguito indicata come coalizione)  avente il simbolo allegato, documento 1, in appoggio della quale svolgeranno la campagna elettorale”. Inoltre “per consentire al gruppo di liste provinciali e alla coalizione di svolgere ogni adempimento concernente la candidatura delle liste e la candidatura del Presidente previsti dalla LR 25/2004 e dalle altre normative nazionali e regionali vigenti in materia elettorale, i contraenti costituiscono il  MOVIMENTO TOSCANA FUTURA – LAICI e LISTE CIVICHE ( e di seguito indicato come movimento) …… cui deferiscono ogni decisione in materia e l’effettuazione di ogni atto necessario,  ma fin d’ora con l’obbligo di  redigere il programma elettorale definitivo secondo gli indirizzi di cui all’allegato documento 4 , di predisporre il simbolo del Gruppo di liste provinciali LAICI E LISTE CIVICHE, di procedere alla scelta della persona che la coalizione presenterà come candidato Presidente mediante il sistema delle primarie cosiddette aperte individuato dalla LR  n.70 del 17 dicembre 2004, articolo 2, comma 2 (senza fare la comunicazione di cui al terzo comma), di scegliere uno o due candidati  regionali comuni per le suddette liste provinciali”. Oltre a varie altre incombenze e pattuizioni organizzative e finanziarie, i contraenti esprimevano poi “l’auspicio che alla coalizione TOSCANA FUTURA aderiscano anche i SOCIALISTI UNITI (  congiuntamente o separatamente nelle sue due componenti del Nuovo PSI e di Unità Socialista), i RADICALI e il CODACONS in tempo utile per gli adempimenti delle procedure elettorali;  nell’eventualità che ciò si realizzi, in tutto o in parte, il MOVIMENTO, è delegato affinché con decisione unanime raggiunga con i nuovi aderenti tutti gli accordi ritenuti utili e necessari agli adempimenti elettorali e politici attinenti la coalizione allargata , purché siano rispettati gli accordi di cui ai punti 7, 8, 9 ”.

Per definire i particolari sul da farsi nella settimana successiva, il 29 tenemmo una riunione a pranzo a  Peccioli di una diecina di persone, controllammo di aver raggiunto le 2.500 firme necessarie per le primarie e, a parte altri particolari concernenti la presentazione della richiesta di partecipazione alle primarie previo deposito di cauzione a garanzia del rispetto dei risultati delle medesime ( al riguardo riferii di aver già ottenuto tramite il repubblicano Conti, figlio dell’ex sindaco ucciso dalle Br, funzionario della CdR Firenze, l’apertura di un cc Toscana Futura), decidemmo di inoltrare alla Regione richiesta di ridurre il numero di firme per le regionali, non perché avessimo noi dei problemi (avevo già redatto il prospetto della suddivisione delle firme) ma perché ci pareva un argomento utile per agitare le acque, mantenere visibilità e far emergere la totale approssimazione con cui la Giunta aveva messo sù l’intera struttura elettorale. Inoltre questo passo, mostrandoci attivi, serviva anche per sollecitare il Nuovo PSI all’accordo sulla coalizione. Lunedì  31 gennaio presentai ( perché fui incaricato io di rappresentare Toscana Futura) la richiesta in Regione di partecipazione alle primarie per la scelta del Candidato Presidente, corredata da 2681 firme e altra documentazione tra cui lo Statuto di Toscana Futura e il Regolamento di Autodisciplina dei due candidati Cariglia e Macelloni, da loro e da me firmato. Il giorno dopo Cariglia, Macelloni e il  sottoscritto scrivemmo al Presidente del Consiglio Regionale, previa informazione del Presidente della Giunta, per chiedere un incontro onde richiamare l’attenzione sul fatto che la necessità di attendere i risultati delle primarie del 20 febbraio, avrebbe ridotto a meno di una diecina di giorni il periodo utile per la raccolta delle firme per le candidature del 3 aprile. Così sarebbero stati penalizzati proprio i partecipanti alle primarie. Dunque Toscana Futura sollecitava un urgentissimo intervento legislativo per ridurre, limitatamente a questa occasione, le firme necessarie per la presentazione delle candidature almeno ad un terzo di quanto previsto dall’art. 11 della legge 25/2004 o per lo meno di  ridurle per le liste delle coalizioni che si avvalgono delle primarie. L’incontro avvenne lunedì 7 febbraio e Nencini ( i rapporti con Nencini da parte di Cariglia e mio sono assai cordiali ma sapevamo bene che in quanto SdI non intendeva favorire il Nuovo PSI) disse che i veri competenti erano i capigruppo che lui avrebbe investito in giornata. L’incontro fù seguito da una nostra conferenza stampa con esito ancora una volta buono. Il giorno dopo venne reso noto che i capigruppo avevano investito della nostra richiesta le Commissioni Statuto e quella che si era occupata delle primarie e che la questione sarebbe stata definitivamente decisa dal Consiglio Regionale all’inizio della settimana seguente.

Si tenne un’ulteriore riunione a casa Cariglia dei laici , civiche e Nuovo PSI che continuava a fare le sue solite richieste ( non partecipazione alle primarie, suo candidato alla Presidenza, lista unica) provocando uno scontro acceso con Macelloni e lasciando ogni questione aperta in vista di una riunione del Nuovo PSI il venerdì. Mercoledì 9 febbraio ci ritrovammo per una conferenza stampa di Cariglia e Macelloni a Grosseto organizzata dalla FdL locale e dopo pranzammo insieme presente anche  il  commissario regionale del PRI, Governi. Stabilimmo i tempi per la chiusura delle candidature nelle varie province, parlammo dei contatti con il Nuovo PSI concordando ancora una volta che non era proprio il caso sulle due prime richieste. Quanto alla terza richiesta, eravamo tutti d’accordo che non poteva essere una lista del Nuovo PSI perché questo avrebbe avuto gravi controindicazioni politiche ed elettorali tanto che non vi sarebbe stata neppure la disponibilità degli altri gruppi socialisti; si poteva se mai esaminare una possibilità di lista unica con il logo Toscana Futura sotto il quale inserire tre cerchietti uguali con simboli generici, bandiera, edera, garofano, per indicare le aree e non partiti precisi. Comunque io continuavo a ripetere quanto dicevamo da giorni come FdL e cioè che la lista unica aveva due gravi difetti. Primo, se anche si fosse riusciti ad avere un simbolo accettabile, sarebbe stato arduo escludere la sua successiva trasformazione in una lista Nuovo PSI di centro destra, e ciò per la superiore forza mediatica nazionale di De Michelis. Secondo, una sola lista era un suicidio tecnico , perché se la lista unica fà il 4,01 %  allora le due liste separate Laici-Civiche e Nuovo PSI  farebbero almeno il 4,7/4,8 e dunque con i consumatori (i quali avevano nel frattempo dato l’assenso di massima) sarebbe stato agevole raggiungere il 5,0% mentre, se la lista unica non fà il 4,00%, è impossibile sperare che il Codacons faccia più dell’1%. Convenimmo che il pomeriggio di mercoledì e la mattina dopo avremmo ognuno fatto i propri contatti a livello di consiglio regionale e di tecnici vicini alla giunta regionale, avremmo redatto una bozza completa di candidature per il gruppo di liste  Laici-Civiche e che ci saremmo ritrovati intorno all’ora di cena a Pontedera, dopo una riunione a Peccioli nel pomeriggio di Macelloni con le liste civiche.

Questo incontro della sera di giovedì 10 febbraio tra Cariglia, Macelloni ed il sottoscritto non venne tenuto, in quanto la riunione di Peccioli era slittata a sera e così Macelloni comunicò al telefono che ci saremmo visti l’indomani. Cominciano a questo punto due giorni di oscuramento nel senso che i contatti improvvisamente si diradarono ( eccetto con Cariglia la mattina di venerdì 11 al quale inviai la relazione e l’articolo unico di legge per la riduzione delle firme elettorali, concordati a Grosseto e da trasmettere a tutti i Consiglieri Regionali) per riprendere con una telefonata di Cariglia la domenica 13 mattina in cui mi si diceva che il Nuovo PSI aveva accettato la tesi di candidare Macelloni a patto di inserire come candidato regionale il loro Sottani (invece dello stesso Cariglia) e di fare una lista unica con simbolo da concordare. Macelloni non si faceva più sentire da nessuno  della FdL, Cariglia continuava a dire che lui poteva essere disposto a qualche sacrificio ma mai a trasformarsi in Nuovo PSI, emergeva che, sia pure tra le incertezze dei DS provocate dal favore esplicito dei tecnici regionali e di noti consulenti esterni alla nostra richiesta, avrebbe prevalso l’assoluta contrarietà di AN alla riduzione delle firme per le candidature (non tanto per Toscana Futura, era il prodromo della questione Mussolini).

Dopo scambi di valutazioni tecniche sulla possibilità da qualcuno sostenuta di arrivare addirittura a fare tre consiglieri con la lista unica ( una follia, avendo in mano proiezioni numeriche di risultati), all’ora di pranzo di lunedì 14 inviavo a Cariglia, Governi, Macelloni, Prosperi e Scarlino le seguenti riassuntive considerazioni via mail: “Proseguendo con questo metodo defatigante di trattative imposto dal Nuovo PSI e di fatto accettato senza averlo mai apertamente stabilito, Colzi e C. tritureranno ogni resistenza e faranno quello che credono su tutta la linea. Infatti, a ieri sera la mia osservazione era che avevano già imposto : 1) la lista unica ( grave errore tecnico e politico); 2) la sostituzione del nostro candidato regionale. A quanto Tu(Cariglia)  mi dici stamani avrebbero ulteriormente imposto : 3) la candidatura di un secondo candidato regionale; 4) il complessivo irrobustimento dell’immagine dell’intera lista come lista Nuovo Psi ( che come sapete è, a mio parere e come sostengo da quasi due settimane, il vero obiettivo di tutta la loro sceneggiata degli ultimi mesi). Il prossimo passo dell’imposizione sarà quello di un simbolo in cui troneggia il simbolo nazionale del Nuovo Psi. E alla fine verrà l’ultimo passo, la cappa informativa nazionale ( sulla quale nulla possiamo, vedi  in piccolo il caso della falsa notizia del Tirreno ) e regionale ( qualora ricevesse ordini il Giornale della Toscana penso sarebbe subito disponibile) che sancirà l’essere Toscana Futura una lista allargata del Nuovo PSI e dunque nell’orbita della Casa delle Libertà.

A mio parere è dunque indispensabile tornare con urgenza al vecchio metodo seguito fino a qualche giorno fà che ha dato dei risultati e portato ad un’immagine politica decente. La coalizione di Toscana Futura non è e non intende essere per il centro sinistra (ma qui non ci sono pericoli) e neppure per il centro destra e dunque, per cominciare, non si possono toccare il Candidato Presidente e il candidato regionale ( un candidato regionale, farne due appartiene ad un altro disegno politico) né il simbolo della eventuale ( e sbagliata) lista unica, che deve essere un simbolo espressivo dell’impostazione politica senza alcuna possibilità  di essere distorto. Queste cose andrebbero decise ufficialmente in una riunione comune tra laici e liste civiche ( anche larga) e trasmesse al Nuovo PSI con fermezza aggiungendo che non siamo disposti a perdere altro tempo.

Naturalmente sarebbe necessario sapere cosa ne pensa ad oggi Macelloni. Non lo sento da giovedì sera ma non credo sia disponibile ad ogni soluzione, perché ritengo sappia che la coalizione Toscana Futura, avendo come unica arma elettorale l’immagine di novità ( l’esatto contrario di quella del Nuovo PSI, basata sul rimpianto del passato e sulla viscerale avversione alla sinistra), non può trovare un assetto squilibrato che potrebbe aprire questioni politiche lesive di quell’immagine.”

 

Quando scrissi queste considerazioni, non sapevo ancora ( lo scoprimmo in seguito per vie traverse) che le ragioni dell’oscuramento il venerdì e poi il sabato precedenti erano state che Cariglia, Governi e Macelloni avevano avuto un incontro riservato con Colzi e il Nuovo PSI a Firenze venerdì pomeriggio (non invitata la FdL) in cui Macelloni – contravvenendo perfino agli accordi presi poco prima dello stesso incontro con i sue due accompagnatori – non appena il NuovoPSI aveva accettato la candidatura Macelloni aveva rinunciato a quella di Cariglia quale candidato regionale, alla lista unica e si era dimostrato possibilista sul simbolo; da qui l’avanzamento contrattuale di Colzi riferitomi da Cariglia di cui alla mail. In ogni modo, il pomeriggio e la sera dello stesso giorno, lunedì 14, si tenevano a Firenze due altre riunioni dei laici, civiche e, per una certa parte, Nuovo Psi ( per noi c’erano Prosperi e credo Del Buffa). Venne fuori che Macelloni stava imponendo a Cariglia di ritirarsi dalle primarie per compiacere il Nuovo Psi ma che sulle trattative con il Nuovo PSI vi erano ancora molte resistenze dalle liste civiche, soprattutto sul simbolo e per tutte le varie considerazioni già in  precedenza illustrate. La FdL espresse la sua contrarietà a cambiare gli assetti inizialmente concordati formalmente e al ritiro dalle primarie ( anche perché sulle primarie era già in corso su tutta la stampa e sulle TV regionali la campagna mediatica istituzionale della Regione, nella quale venivano dettagliati i partecipanti).

Intorno alla mezzanotte tra martedì 15 e mercoledì 16 febbraio, mi telefonò Cariglia, preoccupatissimo, per dirmi di essere determinato ad andare avanti e chiedermi di fare alcune cose per contrastare i tentennamenti di Scarlino e di Governi, i quali gli avevano telefonato dopocena riferendogli di aver ricevuto tutti e due telefonate da parte di Colzi e poi rispettivamente telefonate di De Luca e di Nucara  per spingere a trovare un accordo con il Nuovo PSI. Cariglia  disse che a suo parere Macelloni, il quale nell’incontro del pomeriggio aveva condiviso la necessità di raccogliere le firme ma appariva un po’ tentennante, non era in grado di portare le liste civiche sulla posizione Nuovo Psi anche perché era stato in forte difficoltà già nella loro riunione di pochi giorni prima a Peccioli. Mi pregò di telefonare il mattino dopo a Governi il quale sembrava dubbioso. Lo feci ma dissi poi a Prosperi che, incrociando i dati, c’era  qualcosa che non tornava. In ogni modo, in spirito di coalizione, mi preoccupai di nuovo verso l’ora di pranzo di fare un comunicato a nome di Toscana Futura sulla situazione politica della Regione vista dalle posizioni concordate, comunicato che ebbe un notevole riscontro il giorno successivo.  A metà pomeriggio di mercoledì, mi telefonò Governi dallo studio Cariglia annunciandomi che avevano trovato l’accordo su un simbolo Toscana Futura con scritta socialisti e Macelloni, previa aggiunta nel simbolo dei tre simboletti generici e con due candidati regionali del NuovoPSI: il simbolo grafico lo avrebbe inviato appena pronto. Io continuai a dirgli che mi pareva una follia e a sollecitare un incontro. La mattina successiva Prosperi formalizzò con un telegramma la richiesta FdL di riunione dei contraenti  l’accordo del 31 gennaio per arrivare a realizzare quanto allora concordato.

Sempre nella giornata di giovedì 17, Cariglia mi informò di avere accettato la richiesta di Macelloni di ritirarsi dalle primarie e che stavano inviando la lettera di ritiro in Regione. Io gli feci obiezioni politiche e tecniche richiedendogli anch’io un incontro formale dei contraenti l’accordo. Dopodiché inviai una mail circolare ( a loro ed una platea più ampia) così concepita :

Cari Nicola e Renzo,

la vostra odierna rinuncia alle primarie senza averne parlato collegialmente contrasta in pieno con le ragioni del nostro accordo fondato sull’intesa che si sarebbe proceduto alla scelta della persona che la coalizione presenterà come candidato presidente mediante il sistema delle primarie cosiddette aperte.

Non comprendo se sia un atto di sudditanza al Nuovo PSI ( da sempre contrario a questo strumento e interessato a utilizzare il criterio di scelta nel ristretto ambito dei partiti) oppure se sia solo una improvvisa paura dei risultati. Mi è però chiaro che questa vostra rinuncia toglie molta credibilità a Toscana Futura. Infatti , dopo aver dichiarato per oltre un mese ai quattro venti che, a differenza del  centrosinistra e del centrodestra verticistici e consociativi, intendeva aprire alle scelte dei cittadini, Toscana Futura appare aver riscoperto a tre giorni dall’apertura delle urne la validità delle scelte nel chiuso degli uffici. E per esser certi che non si votasse sulla lista di Toscana Futura, vi siete spinti – il perché mi è ancora meno chiaro – a richiedere alla Regione di non consegnare le nostre schede ai seggi, richiesta che oltretutto apre delicatissime questioni di diritto, di rappresentanza e di responsabilità circa l’uso del denaro pubblico.

In ogni caso , circa quest’ultimo punto,  nella mia qualità di delegato alla presentazione della richiesta di partecipazione alle primarie sui due vostri due nominativi avanzata da 2.681 elettori, intendo precisarvi che, qualora fossi sollecitato, non sottoscriverò alcun atto di avallo della vostra rinuncia non solo poiché ciò è contrario al nostro patto costitutivo ma anche per non incorrere in possibili responsabilità personali.

 

Per tutta risposta non venne fatta la richiesta riunione dei Laici-Civiche né quel giorno né mai. E per di più, mentre la Regione ( inappuntabile) replicava seccamente che per legge non era possibile alcun ritiro né delle candidature né delle schede e Repubblica dedicava un grande articolo definendo una farsa il ritiro all’ultimo tuffo, venne indetta la mattina del 18 febbraio una conferenza stampa per annunciare la presentazione della coalizione Toscana Futura-Laici Civiche-Nuovo PSI con Macelloni Presidente e con, per il gruppo di liste, direttamente il simbolo dell’accordo nazionale De Michelis,Nucara,De Luca (grande garofano e sotto di lui e molto più piccoli i simboli di PRI e PL). Allora Prosperi comunicava quanto segue

Fabrizio Prosperi, della Federazione dei Liberali, nella sua qualità di fondatore di Toscana Futura, ha diffidato Renzo Macelloni dall’uso del  simbolo di Toscana Futura per operazioni politiche difformi da quanto pattuito nel suo atto costitutivo sottoscritto da Gruppo Centouno, Federazione dei Liberali, Liste Civiche, Partito Liberale, Partito Repubblicano.

“ Nell’atto costitutivo è stabilito – ha detto Prosperi – l’impegno a presentare  alle regionali una lista comune con proprio simbolo per avviare  il cambiamento  superando i compromessi deteriori  tra centro sinistra e  centro destra; ed invece all’improvviso alcuni dei contraenti partecipano ad una lista con il simbolo nazionale dell’alleanza De Michelis, Nucara, De Luca che esiste in quanto collocata nella Casa delle Libertà.

Nell’atto costitutivo è stabilito – ha proseguito Prosperi – che i contraenti  scegliessero il candidato presidente mediante le primarie aperte ai cittadini e invece all’improvviso, senza discussione e senza la unanimità prevista, si è ricorso ad una farsesca rinuncia a soli tre giorni dalle urne. E ciò essenzialmente per compiacere il Nuovo PSI da sempre contrario alle primarie e interessato solo agli accordi di partito a tavolino.

Questo palese venir meno agli obblighi scritti nell’atto costitutivo – che trasforma  Toscana Futura in una lista civetta della destra – è denunciato  non solo dai liberali che rappresentano in Italia la linea del liberalismo internazionale ma anche da una parte significativa delle liste civiche che in queste ore sta promuovendo una pubblica riunione di chiarificazione”.

Prosperi ha concluso diffidando Macelloni dall’uso del  simbolo di Toscana Futura per operazioni politiche difformi da quanto pattuito nell’atto costitutivo riservandosi ogni azione a tutela dei patti politici e civili sottoscritti e violati.

 

A questo punto si crearono due iniziative parallele. Da una parte le liste civiche dell’Aretino cominciarono a premere chiedendo una riunione plenaria dei laici e civiche per lunedì 21, riunione che dopo varie adesioni e scambi di mail venne trasformata in un incontro a Peccioli la domenica pomeriggio cui vennero invitate solo alcune liste civiche, Cariglia, Scarlino e Governi (non la FdL) e nella quale, permanendo alte le proteste di alcune civiche, Macelloni cedette sul rinegoziare con il Nuovo PSI la seconda candidatura regionale ma fu irremovibile sul resto. Dall’altra parte, la FdL, nel difficile tentativo di salvare l’immagine della coalizione che era ormai indirizzata verso l’essere eclissata dal NuovoPSI, contattò di nuovo i consumatori esplorandone la disponibilità a fare una seconda lista della coalizione, consumatori e liberali, che avrebbe un po’ riequilibrato e per questa via leggermente accresciuto le bassissime probabilità ( noi le valutavamo a non più di un terzo) di raggiungere  la soglia utile. Dell’iniziativa vennero informate diverse liste civiche e gli altri laici. I consumatori dissero che potevano essere disponibili ma che il fatto nuovo della lista unica faceva diminuire di moltissimo la probabilità di raggiungere  le soglie e che dunque per loro non era più sufficiente la mutualità prima convenuta ( in cui si sarebbero assunti la quota di rischio di non raggiungere la soglia) e desideravano fosse previsto, in caso di superamento dello 0,5% da parte della lista consumatori-FdL una forma di rimborso, mai esattamente definito ma intorno ai 25.000 euro. Nel frattempo,  domenica 20 febbraio, i risultati delle primarie erano assai lusinghieri per Toscana Futura che vide esprimersi oltre 17.000 cittadini per uno dei due candidati (proporzione circa 9 a 7 per Macelloni, per lui bassa) contro i circa 135.000 votanti per i candidati dei DS (gli unici a fare le primarie oltre Toscana Futura). Cariglia tenne espressamente a dirci che avevamo avuto ragione noi della FdL.

Avendo riferito a Governi e ad alcune civiche il risultato dei due nostri incontri con i consumatori, sotto la spinta insistente delle civiche, nel pomeriggio di lunedì 21 si rifece vivo telefonicamente Macelloni a distanza di dieci giorni, al quale venne spiegata in dettaglio la situazione. E avendo lui detto che non poteva assumere impegni finanziari di quelle dimensioni, gli venne fatto presente in primo luogo che, pur di rendere possibile la cosa, la FdL avrebbe rinunciato alla propria quota in caso di mancata soglia, e in secondo luogo che l’alternativa non era nessun impegno contro qualche impegno bensì un possibile impegno derivante da una causa civile per violazione degli accordi contro un possibile impegno per azionare una operazione politica dignitosa. Dunque noi FdL sollecitavamo un suo assenso. Disse che ci avrebbe riflettuto. Da allora io personalmente ho parlato tutti giorni, di volta in volta per loro oppure mia iniziativa, con Governi e Cariglia oltre che con alcuni delle civiche, ai quali, dopo avere in dettaglio riferito lo stato dell’arte, continuavo a ripetere che non era accettabile un loro voltafaccia del genere  e lo stesso avveniva in tre o quattro colloqui di Prosperi con Scarlino, il quale peraltro tendeva a rifugiarsi dietro dei non so, sono stato malato diversi giorni, e dietro inviti generici a trovare un accordo, fermo restando il simbolo Nuovo PSI. Intanto si andava sfaldando il raccordo tra le liste civiche ( restavano con Macelloni quelle della zona di Peccioli e Pisa, una piccola parte di Carrara, una parte di quella di Viareggio oltretutto in rissa frontale con i socialisti, Certaldo, Colle Val d’Elsa, una parte di Prato ), c’era bufera nel PRI e rifiuto della partecipazione da parte dei socialisti di Signorile e del PSI Toscano per lo slittamento sul centro destra. Nella tarda serata di giovedì 24 Cariglia tornò addirittura alla carica con me chiedendo di aiutarli a raccogliere le firme sulla costa centro meridionale. Nella giornata di sabato riparlai con Governi dicendogli che non avendo più avuto notizie da Macelloni e dunque essendo naufragata anche la possibilità di tentare una coalizione a due Nuovo PSI /consumatori-liberali, noi avremmo fatto i nostri passi giudiziari. Governi mi disse che ormai la situazione non era più controllabile, che lui non riusciva  a parlare con Macelloni da tre giorni, che tutto era ormai in mano al Nuovo PSI. Capiva che non potevamo fare altro e del resto anche lui aveva fortissimi problemi ( tanto vero che alla fine Macelloni-NuovoPSI non hanno presentato liste nella provincia di Grosseto per insanabili dissidi scoppiati tra NuovoPSI e PRI locale circa le candidature e le sottoscrizioni).

In questo quadro, la FdL attivò il 1 marzo procedura ex 700 presso il Tribunale di Firenze per inibire a Macelloni l’uso del logo e del simbolo di Toscana Futura nelle elezioni del 3 aprile producendo una copiosa documentazione fondata sull’accordo Toscana Futura del 31 gennaio e conseguenti ( era stato stabilito di fare un gruppo di liste Laici-Civiche e non è stato fatto, era stato stabilito di scegliere il Candidato Presidente con le primarie e non è stato fatto, era stato stabilito di decidere all’unanimità le modalità di allargamento della coalizione, non del gruppo di liste, ed è stata rifiutata perfino la riunione per deciderlo). Il giorno successivo, 2 marzo, la FdL informò ritualmente l’Ufficio Centrale Regionale presso la Corte di Appello che  Toscana Futura in base ad un preciso accordo aveva partecipato alle primarie e che dunque ai sensi dell’art. 4 comma 4 n.1 della legge regionale 74/2004 non potevano essere usati per le regionali simboli comunque confondibili con quello Toscana Futura per operazioni politiche difformi dal convenuto. Il Giudice adito assunse il 3 marzo un provvedimento d’urgenza inibendo a Macelloni l’uso del logo e del simbolo di Toscana Futura; il 5 marzo l’Ufficio Centrale Regionale presso la Corte di Appello ricusò il simbolo Toscana Futura del candidato Presidente Macelloni, il quale nei termini di legge lo sostituì con un altro ove al posto del logo e del nome di Toscana Futura c’erano spazi bianchi; nei giorni successivi il TAR della Toscana, cui Macelloni e il Nuovo PSI erano ricorsi contro le decisioni dell’Ufficio Centrale Regionale, rigettava il ricorso confermando quanto stabilito dall’Ufficio Centrale regionale; e infine, dopo la convocazione delle parti, anche il Giudice del Tribunale confermava il suo provvedimento di inibizione. In totale, ben sette diversi giudici hanno esaminato la materia sotto diversi profili e sono giunti alla medesima conclusione in quattro distinti provvedimenti: quanto fatto da Macelloni e Cariglia non rispetta gli accordi politici presi e sottoscritti.

Ti ho descritto abbastanza in dettaglio i fatti per mostrare come non si sia trattato di una improvvisa incomprensione tra innamorati o di un raptus della FdL toscana.  Si è trattato di un disegno politico a carattere miniegemonico perseguito fin da ottobre  dal Nuovo PSI (cosa del tutto legittima) di cui Cariglia era perfettamente al corrente, di cui è stato ad un certo punto al corrente anche  Macelloni, disegno che fino all’accordo a cinque era stato rifiutato e che poi – per ragioni ipotizzabili ma non comprovabili – gli altri hanno all’improvviso e in modo repentino accettato, pretendendo di imporlo alla FdL rinnegando un preciso accordo politico e senza neppure capire che andavano dritti al disastro perché l’immagine del Nuovo PSI che avrebbe (e poi ha) monopolizzato la campagna ( basti dire che lo spot elettorale del gruppo Macelloni-NuovoPSI terminava con il Sottani che proclamava “finalmente tutti i socialisti si sono riuniti”) confliggeva frontalmente con l’immagine e la proposta delle liste civiche (la grande maggioranza proveniente da milizie a sinistra) ed anche dei laici non  berlusconiani. Pensi davvero sia stato un caso fortuito che si siano progressivamente sfilati, Piccini, PSDI, Socialisti di Signorile, Socialisti della Toscana, prima una parte non irrilevante di liste civiche, poi una grossa parte delle liste civiche che avevano seguito Macelloni, poi anche la FdL e alla fine perfino una parte del PRI ? E in pratica sempre per lo stesso motivo ?  Tutte quinte colonne del centro sinistra subdolamente infiltrate per ostacolare l’iniziativa ? Ritengo Tu sia abbastanza serio.

Tornando alla Tua lettera. La precedente cronistoria toscana mi esime dall’intrattenermi oltre sul terzo e quarto paragrafo di pagina due della lettera, che rientrano nella Tua propensione di emettere giudizi prima di conoscere il fascicolo della causa.  E non mi esimo – se vuoi posso tornarci in altra occasione – ma non commento ora, per non perdere il filo sulla questione Toscana Futura, il quinto paragrafo sul quale pure avrei da svolgere non  insignificanti considerazioni. Passo così alle domande dei due paragrafi finali della pagina due e alle parti successive in cui mi appare prorompente anche la Tua tendenza a confondere  i desideri con la realtà.

Partiamo dalla questione del ridare ai laici del PSI, del PLI e del PRI il piacere e l’orgoglio di riconquistare consensi e ruolo politico. Preso alla lettera è un concetto ambiguo. Psi e Pli non esistono più da un decennio, e il pensare di ridare ruolo politico a organizzazioni del passato equivale ad organizzare un raduno di reduci e nostalgici, che va benissimo ma non può essere una proposta politica. Tanto meno può essere una proposta politica liberale, dato che per loro natura i liberali  non possono tenere  la testa voltata all’indietro. Ed è un concetto ancora più ambiguo, dal punto di vista culturale e politico, se parte dall’accomunare, oltretutto nel presupposto di stare all’interno del centro destra, area  liberaldemocratica (liberali e repubblicani) e area socialista, che sono due cose ben diverse, tra le quali è possibile la collaborazione ma non l’identità ( soprattutto con De Michelis il quale da sempre non ha mai neppure preso in considerazione i liberali e i laici – lo scrive anche – e il quale l’estate scorsa, una volta respinto dal gruppo socialista del Parlamento Europeo, è subito corso nei non iscritti evitando contatti con i liberali, che pure sono il terzo gruppo). Emerge con chiarezza dalla cronistoria che nel caso toscano veniva ricercata  non una collaborazione tra filoni diversi bensì una annessione da parte Nuovo PSI al fine di  potersi giocare il successo al tavolo degli accordi berlusconiani per il 2006 ( il loro vicesegretario nazionale lo ha dichiaratamente spiegato in una riunione a Carrara a fine febbraio e De Michelis in persona ha illustrato il concetto del Berlusconi destinato ad essere vincente durante una cena privata a Bruxelles ad un dirigente nazionale FdL, gennaio 2005). Il tutto è del resto in linea con la natura dell’accordo De Michelis, Nucara, De Luca finalizzato esplicitamente a rafforzare la Casa delle Libertà ( sai ad esempio che in Liguria, ove era stato raggiunto un accordo per una lista autonoma alle regionali di tutti i socialisti, dal SdI a De Michelis a Signorile a Formica, il NuovoPSI è stato commissariato per impedire l’accordo proprio nella persona del vice segretario nazionale  carrarino?) e spiega anche il perché si è voluto in ogni modo escludere la FdL che chiedeva solo una cosa, il rispetto della linea politica assunta secondo gli accordi (che non era quella di centro destra).

Il Tuo fulmineo passare dall’argomento riconquista dei consensi dell’area PSI, PLI, PRI a quello del dialogo, è poi di una totale assurdità. Dialogare vuol dire discutere, non accettare scodinzolando qualsiasi cosa viene proposta, addirittura pure se va in senso contrario a quanto auspichiamo come liberali. Trovo assai significativo, quasi freudiano, il tuo paragrafo sulla pretesa esibizione delle credenziali da parte della FdL. Perché il punto è che il Tuo peregrinare non dà importanza al qualificare oggi e qui il filone culturale di appartenenza, limitandoTi a richiamare i pensatori del passato. La realtà è che il centro destra berlusconiano accetta solo l’esistenza dell’esperienza popolare e che il centro sinistra di Prodi quella del socialismo oppure quella un po’ misteriosa dell’alleanza dei democratici europei ( che almeno non disdegna di stare con i liberali, solo a Bruxelles beninteso). La rivendicazione dell’esser liberali, senza pretese particolari ma neppure senza vergognose timidezze, è un punto essenziale. Nell’Italia di oggi, non mancano il PSI, il PLI e il PRI , manca un gruppo dichiaratamente laico liberale, che pratichi sui problemi quotidiani di oggi e di domani un’azione politica coerente, tenendo conto che si è in un sistema destinato a restare con un’impronta maggioritaria, il tutto senza ipocrisie, tentennamenti e asservimenti. Dunque non si vede perché in un accordo gli unici a dover essere sacrificati dovrebbero essere i liberali e coloro che si trovano su posizioni consimili.

Quanto alla notizia del comunicato del dirigente radicale, la apprendo da Te e, avendolo domandato ad almeno dieci persone, nessuno ne sa niente. Evidentemente ha avuto un circuito particolare. In ogni caso, da quello che capisco potrebbe essere il Bacchi, trentenne fiorentino coordinatore regionale, legato  al centro destra e ancor più legato a Cariglia. Se fosse Bacchi, ad esempio, sarebbe anche lui parte in causa eccome. E dato che Cariglia, spremendosi le meningi, ha reagito alla vicenda del  rifiuto del simbolo parlando letteralmente di agguato mafioso e di colpo di lupara, ciò  spiegherebbe lo scagliarsi di Bacchi contro le persone che altrimenti, spero Te ne renderai conto, non avrebbe avuto alcun movente per essere fatto in quei termini da un estraneo a Toscana Futura. Chiunque sia, ha scritto parole in libertà e risibili, come quelle sulla FdL asservita alla Regione e sulla lista Macelloni-NuovoPSI potenziale concorrente elettorale dell’Ulivo ( Te li immagini quelli di sinistra che corrono trafelati a votare la lista NuovoPSI?), parole che del resto vengono da un pulpito poco incline alla collaborazione fra i laici e di solito portato a voler assorbire tutto. Anzi, Ti ringrazio di aver inteso difendere la nostra onorabile storia personale ma  voglio rassicurarti che in proposito, oltre a Te, lo sanno in molti, liberali e non, di certo buona parte delle liste civiche con cui i contatti si sono intensificati proprio dopo la nostra azione per vie legali coronata da successo ( tanto maggiore e significativo se ottenuto da cani randagi senza collare, secondo la definizione del radicale che per Te sarebbe nemmeno parte in causa).

Si arriva poi ai vaneggiamenti sul non poter parlare in Toscana della Federazione dei Liberali e sulla ripresa dell’argomento che anche quelli che stanno nel centro destra hanno il diritto di chiamarsi liberali. Sul secondo aspetto ho già argomentato sopra; sul primo, posso solo osservare che la debacle elettorale di Macelloni-Cariglia e Nuovo PSI ( 30.008 voti su 2.200.000, ancor più netta se confrontata con il risultato di Toscana Futura alle primarie ed inoltre la lista NuovoPSI che ottiene metà della percentuale della lista Socialisti Uniti alle Europee del giugno 2004, esattamente come preconizzato dagli altri socialisti fin dalle prime riunioni, vedi sopra) – oltretutto in linea con gli esiti puntualmente previsti come documentato dal nostro lineare comportamento – è semmai motivo di confermata capacità di vedere come stanno i fatti, di rilevare il progressivo sfilacciamento di una iniziativa sempre più percepita come non terza e di non abbandonarsi agli impulsivi e miopi sogni dei ristretti clan di interessi sotto superficie, amicali o personali. La tua censura di settarismo è intellettualmente ridicola ( quando mai il liberalismo ha teorizzato che per essere liberali dialoganti occorre fare patti politici e dopo non rispettarli addirittura ripetutamente? Oppure che bisogna riconoscere il liberalismo anche in chi di continuo lo viola? ) e temo sia il sintomo della concezione di un liberalismo alla carta modulato sulle personalissime convinzioni di ciascuno (o convenienze?), che lo condanna (giustamente) ad una costante irrilevanza e ad una separatezza che è la brutta copia del prepartito crociano. Il tuo rifiuto di considerare Critica Liberale parte di un raggruppamento liberale dopo che per due pagine hai insistito nel perorare la causa di De Michelis allo stesso fine, mi pare per lo meno una stravaganza.

Altri vaneggiamenti sono le considerazioni sulla componente eroica  mia e di Prosperi nella vicenda di Toscana Futura tanto da sfidare il buon senso e collezionare insuccessi. Mi dispiace solo di non averTi risposto prima delle elezioni, perché ora è troppo facile ricordarTi le Tue previsioni sul discreto successo elettorale e gli almeno due seggi che Toscana Futura avrebbe conquistato. Infine. Per avere fiducia nelle persone, bisogna prima aver chiari i fatti in cui sono coinvolte e come si muovono. E questa,  l’ho detto all’inizio, non mi pare una Tua attitudine naturale. Peraltro, conosciuti a forza i fatti senza alcun impegno da parte Tua, potresti dedicarTi a mutare opinione. Non si sa mai.

 

 

 

 

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