Seguito di “Quale è la prospettiva?”

Da Raffaello Morelli a Giovanni Orsina il 9 febbraio

Caro Orsina,

Ti ringrazio della cortese risposta, che mi ha permesso di capire cosa intendi e,in conseguenza, di sviluppare un’altra osservazione.

La quale è rafforzata dal Tuo parere secondo cui  l’aria da cittadella assediata non è soltanto frutto degli allarmi sul fascismo alle porte. Nel senso che allora resta confermato come sia del tutto insufficiente il genere di opposizione fatta al Governo, la cui cultura d’origine è quella che evochi. Qui sta il nodo. La scelta elettorale non equivale ad un concorso di bellezza tra diverse ragazze, corrisponde al giudizio dei cittadini sull’esperienza di governo di chi è venuto prima. Dunque il primo fatto di cui tener conto è che gli italiani hanno  dimostrato due volte, nel 2018 e nel 2022, di volere mettere da parte il modo di governare quanto meno del decennio antecedente, lontano dai cittadini. Oggi, il punto essenziale è il cambiamento che il nuovo Governo è in grado di attivare affrontando i temi che ho messo insieme e che Tu hai ripreso. Stando così le cose, pesano gli atti di Governo e non i pregiudizi  per la vittoria della destra (e la conseguente disperazione di chi si credeva un predestinato). E quindi neppure l’interrogarsi eccessivo sulla cultura della destra (che ormai è al Governo e ci resterà non solo per qualche mese). 

Di conseguenza, rimanendo all’elenco da noi fatto, sulla giustizia mi pare chiaro che la linea è quella di Nordio , scelto fin dal momento di fare le liste, di certo non forcaiolo, con ampio riscontro tra i cittadini e che rappresenta una innovazione robusta. Direi che sul punto è difficile avere incertezze, non perché anche alcuni settori della destra non siano forcaioli, ma perché gli intenti dei cittadini vanno in direzione opposta a quella della sinistra. Sull’autonomia differenziate, sono certe le divisioni nella maggioranza, ma il punto è che diminuire il centralismo dello Stato corrisponde di nuovo ad un’esigenza sentita. E del resto, le sfide tra direzione complessiva nazionale e iniziative diffuse sul territorio sono la fisiologica natura della società libera. E’ irrealistico volere l’immobilismo per celebrare la costituzione già più bella rinnegandone lo spirito. Quanto poi ai rapporti con l’UE, e in specie i migranti e i fondi comuni, mi pare che l’andamento del Consiglio Europeo in corso, presenti tutti i suoi limiti e difficoltà ma non si contraddistingua per valorizzare le impostazioni degli assi preferenziali macronisti che escludano l’Italia. 

Insomma, le questioni indefinite sono nel complesso molte, ma lo sono non a causa della natura del governo (almeno per ora), ma perché sul tappeto si sono accumulati negli anni diversi problemi lasciati marcire e le elezioni di settembre non hanno contrapposto programmi definiti. In tale quadro, evocare di continuo l’inaffidabilità del Governo dei cento giorni, non ha un vero senso e rischia di trasformarsi da rimprovero critico in un aiuto al Governo per eccesso di pregiudizio. 

In conclusione, il Presidente  Meloni si può benissimo ritrovare fra qualche tempo con tanta polvere sollevata e pochi risultati ottenuti, ma intanto continuare ad evitare discussioni serie sulle cose concrete e contribuire a lisciare la disperata reazione negazionista dei defenestrati, può agevolarlo contrariamente a quanto si vorrebbe.

Vive cordialità
Raffaello

Risposta mail di Raffaello Morelli a Giovanni Orsina del giorno 7 febbraio 2023

Caro Morelli,

non credo che l’aria da cittadella assediata sia soltanto frutto degli allarmi sul fascismo alle porte. Pesa anche la forma mentis di una cultura che per decenni è stata minoritaria e ghettizzata e fatica a trasformarsi in cultura di governo. Credo che questo danneggi il governo Meloni. Sul tavolo ci sono tanti temi, hai ragione, ma anche tanta confusione. Riprendo il tuo elenco:
– giustizia connessa anche al rispetto della pena: non si capisce se il governo voglia seguire una linea Nordio o una “forcaiola”
– autonomia differenziata: la maggioranza pare profondamente divisa;
– impegni europei su migranti e finanziamento fondi comuni: molto dipenderà, appunto, dall’Europa, che non pare avere grande intenzione di fare nulla né su un terreno né sull’altro;
– accenni a riforme pensionistiche, revisione reddito di cittadinanza: vediamo che cosa ne esce.
Insomma, mi pare che l’identità politica di questo governo resti ancora piuttosto indefinita, e che Meloni rischi di trovarsi fra qualche tempo con tanta polvere sollevata e pochi risultati ottenuti. Dopodiché, lo spirito liberale latita non poco, questo è sicuro.

Grazie a te!

Giovanni

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