A S.E. il Presidente della Repubblica, C.A. Ciampi

S.E.
Carlo Azeglio Ciampi
Presidente della Repubblica
Roma

Signor Presidente,

ringraziandoLa per la cortese risposta che il Suo Consigliere per gli Affari Giuridici e le Relazioni Costituzionali ha inteso darmi, Le confermo che i liberali apprezzano il Suo costante richiamo ai valori degli articoli 2 e 3 della Carta Costituzionale. Ed appunto per il rispetto di questi valori, sono convinti che una piattaforma condivisa dagli italiani può trovarsi solo nel principio della laicità delle Istituzioni simboleggiato dalla bandiera tricolore e non in un simbolo religioso, sia pure maggioritario nella nostra Italia. Qualora una data fede fosse la regola per la convivenza e scelte morali e costumi di vita fossero un precetto di Stato, gli articoli 2 e 3 verrebbero violati.
I liberali insistono sulla laicità delle Istituzioni e sul tricolore non soltanto per rispetto della tradizione civile dell’Italia ma perché è un’esigenza della realtà viva di tutti i giorni. La tragedia di Nassirija ha colpito chi si stava impegnando sotto il tricolore per la libera convivenza di altre religioni, non in nome della “nostra” religione. Il rifiuto della Conferenza Intergovernativa di richiamare i valori cristiani nel preambolo della Costituzione dell’UE, ha ribadito che gli europei si riconoscono nelle bandiere comuni e non in simboli religiosi che, pur colmi di storia e di prestigio, non sono gli stessi per tutti i cittadini.
Dunque, è essenziale salvaguardare la laicità delle Istituzioni e il tricolore anche nella prospettiva dell’UE allargata e delle missioni internazionali future. Invece esporre il crocifisso negli edifici pubblici diverge da questa finalità. Specie quando la rimozione è espressamente richiesta da cittadini nel quadro normativo generale, così come riconosciuto da pronunce dei più alti gradi giurisprudenziali e dal criterio dell’interesse soggettivo sancito dai principi fondamentali e dai rapporti civili della Costituzione.
Salvaguardare la laicità delle Istituzioni è la via maestra per non esasperare i conflitti potenziali nella convivenza multireligiosa, che è la fisiologica evoluzione della nostra identità culturale. Le Istituzioni laiche non disconoscono affatto che la religione professata è per moltissimi un aspetto importante della vita e fonte di particolare sensibilità etica. Le Istituzioni laiche sintetizzano la feconda esperienza storica della separazione tra politica e religione. La maggior libertà di ogni cittadino si raggiunge infatti regolando la convivenza solo con le legalità del diritto, garantendo ai credenti di ogni credo le rispettive liturgie pubbliche e affidando al credo di ciascuno la moralità dei propri comportamenti personali. Perciò il simbolo dell’identità nazionale e dei suoi valori costituzionali è solo il tricolore, di cui Lei è saldo custode.

Dal Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari Giudiziari e le Relazioni Costituzionali

Egregio Signor Morelli,
rispondo alla tettera con la quale Ella, in qualità di Segretario politico della Federazione dei Liberali italiani, traendo spunto da alcune dichiarazioni del Presidente della Repubblica, esprime personali riflessioni riguardo alla questione dell’esposizione di simboli religiosi nei luoghi pubblici.
Ella già conosce il pensiero espresso dal Presidente Ciampi sull’argomento, che, nella circostanza, mi è gradito ricordare: “ Il Crocifisso è stato sempre considerato non solo come un segno distintivo di un determinato credo religioso, ma, soprattutto, come simbolo di valori che stanno alla base della nostra identità culturale”. Aggiungo che il Capo dello Stato, in ogni suo intervento relativo ai principi fondanti della nostra Costituzione, ha costantemente fatto richiamo agli articoli 2 e 3 della carta fondamentale, che rappresentano il più alto e impegnativo riconoscimento dei valori ai quali Ella fa riferimento.
Mi valgo volentieri dell’occasione per inviarLe cordiali saluti
Salvatore Sechi.

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