Sul vaccinare e sull’imporlo (scambio con Francesca Sforza)

Scambio di mail riferito allo scritto Laici e vaccini pubblicato su Italia Laica ieri

Gentile Signora,
La ringrazio per il Suo apprezzamento ma, nonostante le esigenze di semplificazione comunicativa, la Sua frase (“vaccinarsi è un atto di protezione collettiva, non può essere una scelta”) non è interpretabile in maniera diversa da quella che ho criticato. Lei non ha consigliato di vaccinarsi acriticamente ma la Sua frase fa intendere che la collettività non è proteggibile attraverso una scelta a base individuale. Proprio questo non va. Saltare la scelta del cittadino ha sempre nel tempo effetti esiziali sulla convivenza libera, per cui l’imposizione al paziente non deve far parte del bagaglio sanitario di una società, salvo che venga decisa dagli stessi cittadini per ragioni di salute pubblica. Oltretutto, nella Sua replica Lei fa cenno giustamente al percorso della ricerca scientifica, e così ribadisce che lì viene praticato il criterio della valutazione della scoperta in base ai dati da parte dell’intera categoria degli scienziati. Analogamente, neppure nella convivenza è accettabile dar mano libera nel decidere a categorie privilegiate , strutture burocratiche o di scienziati che siano. Un qualsivoglia insieme di cittadini non può decidere legalmente in nome di ogni altro interessato, altrimenti diviene un’entità autonoma del corpo sociale (per usare il Suo termine) dedita al prevaricare gli altri (e per evitarlo si sta lavorando alla nuova legge sul consenso informato). Un cordiale saluto
RM

Il 9 maggio, Sforza Francesca ha scritto:

Gentile Morelli,
apprezzo la sua critica e condivido le distinzioni che ha fatto. In tema di comunicazione si è spesso costretti a semplificare, per farsi capire in modo veloce. Se la sua perplessità è relativa al fatto che avrei implicitamente consigliato di vaccinarsi acriticamente, ecco questo però non l’ho mai detto. Ognuno è libero di studiare il funzionamento, l’efficacia e gli effetti collaterali dei vaccini prima di sottoporvisi. Ma sarebbe forse corretto imporre a ognuno – dunque all’intera collettività – di documentarsi prima di vaccinarsi? La credibilità della comunità scientifica non si regge soltanto su burocrati ed esperti, ma su un sistema educativo, di formazione, di condivisione dei risultati, di verifiche e controverifiche a livello internazionale tale che merita la fiducia del cittadino. Perché è formata, al fondo, da una somma di cittadini, non da un’entità autonoma rispetto al corpo sociale.
Un cordiale saluto
FS

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