Laicità e anticlericalismo

Scritto per la rivista Lucidamente

Nel mondo laico si aggira un virus pericoloso, quello di   ricercare in Papa Francesco novità che soddisfino l’impostazione laica. Va curato con urgenza perché compromette caratteri fondamentali della laicità. Almeno tre. La  distanza irriducibile della cultura laica da quella religiosa, il cardine che è la diversità di ogni cittadino, l’estraneità laica al considerare la religione un interlocutore sulle regole civili.

Uno, ricercare le novità del Papato in chiave laica significa ritenere cultura laica e cultura religiosa  fondate su valori civili analoghi ed invece non sono paragonabili (la laicità si impernia sullo spirito critico individuale, la religione cattolica sulla verità e sulla autorità che la difende). Due, ricercare le novità del Papato in chiave laica significa ritenere che tutti i cittadini abbiano le medesime aspirazioni (invece i laici e solo loro si basano sulla diversità di ogni individuo che convive con gli altri, credenti e non credenti). Tre, ricercare le novità del Papato in chiave laica significa ritenere che la religione serva a governare la convivenza (mentre la laicità si occupa della religione solo per garantirne il libero esercizio, ma per il resto non privilegia alcun culto e si affida, nel dar regole alla convivenza, alle scelte sovrane dei cittadini escludendo ogni intreccio con le religioni).

In più, oltre al compromettere i caratteri della laicità, il ricercare le novità del Papato in chiave laica porta su un terreno ostile: il conformismo dell’immediato e il mito della comunità politicamente corretta. Così, nel complesso, ricercare le novità del Papato in chiave laica snatura la mentalità e l’operatività dei laici, distogliendo la loro attenzione dal loro compito, che è attivare le scelte delle regole per convivere fondate sui fatti, sul conflitto democratico delle diverse proposte dei cittadini e sui valutare i risultati delle loro scelte.

Una simile stortura porta ad impegnarsi non nelle battaglie politiche a favore di norme ed iniziative indispensabili per l’esprimersi dei cittadini, bensì nel combattere idoli polemici fuori  dalla realtà. Il che favorisce il permanere dei privilegi effettivi di chi nel paese vuole la fede quale fonte di leggi e di comportamenti sociali.

Tra l’altro, pretendere che Francesco rinunci ai punti base della propria religione (tipo aborto,  dichiarazione di fine vita, aiuto alle scuole cattoliche), distrae dal combattere davvero i politici che avversano la laicità (nel referendum bolognese sulla scuola d’infanzia, l’avversario era il Papa o l’ampia schiera dei personaggi non della gerarchia, a cominciare dal Sindaco PD, dagli ambienti PD, PDL, centristi, la cui tesi civile era che finanziare le convenzionate è un servizio pubblico?).

Inoltre, tale pretesa non fa cogliere che le oggettive novità di Francesco in campo religioso (estranee alla laicità) muteranno l’immagine della Chiesa togliendo argomenti alle critiche. Se si riduce la laicità ad anticlericalismo, come si farà se Francesco rimuoverà la commistione Chiesa affari dei cristiani da salotto? Faremo il tifo perché non avvenga? Eppure, che avvenga sul piano religioso, di riflesso indebolisce chi esibisce la fede come àncora al conformismo confessionale per fini di carriera terrena (quindi migliora il clima civile). Per tutto questo, è tempo  che i laici debellino il virus e attuino in concreto le proposte della diversità laica. Urge per l’Italia.

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