Caro De Bortoli,
Stamani sul Corriere, all’inizio del suo articolo, scrive ” E allora sarà interessante ascoltare le motivazioni di un sofferto sì al Meccanismo europeo di stabilità, considerato a lungo — per ragioni di pura propaganda — il peggior nemico dell’interesse nazionale. In Europa la solidarietà (per esempio il Next Generation Eu) si allinea alla responsabilità (appunto il Mes). Non c’è l’una senza l’altra. E questo dovrebbe bastare a placare qualsiasi diatriba”.
Sono parole che riproducono anch’esse una propaganda, quella dimentica che il MES contraddice l’essenza del liberalismo, l’affidarsi al cittadino. Infatti non si deve mai scordare che il MES, è l’emblema dell’elitarismo. Il MES è una società di diritto lussemburghese, con una procedura di concessione dei prestiti imperniata sul negoziato con il paese richiedente. Qui la distanza dall’UE dei cittadini raggiunge la vetta. Di fatti il negoziato finale è affidato ad un organo a tre, la Commissione UE, la BCE e il Fondo Monetario Internazionale, una triade in cui la BCE è un organo dei paesi dell’Euro (e non dell’UE) e il FMI è addirittura estraneo all’Europa. Dunque una triade assai lontana dai cittadini europei.
Questo è il punto essenziale. Di conseguenza il suo collegare solidarietà e responsabilità manca del ricordare che tali comportamenti non debbono prescindere dal coinvolgere il cittadino, altrimenti possono giustificare ogni cosa. Concludendo, per i liberali la diatriba non si placherà finché il MES non muterà la procedura attuale sul negoziato dei prestiti.