Caro Orsina,
innanzitutto Ti auguro Buon Anno. E poi, riferendomi al Tuo articolo su La Stampa, Ti accenno non alle cose che condivido bensì a quelle che non mi persuadono. La più di rilievo è la logica sottesa alla premessa e alla sua conclusione.
Circa la premessa, osservo che la fisiologia della vita democratica è l’alternarsi delle aree politiche non sul confronto sul tema fame di potere o sulla rispettiva compattezza bensì sulle proposte per affrontare i problemi presenti nel paese, proposte sulle quali i cittadini maturano il loro giudizio di continuo e lo esprimono nei termini fissati dalla legge (che loro stessi hanno stabilito). E circa la conclusione, osservo che il Conte 2 è frutto di un’operazione non di Palazzo ma Parlamentare, che la benedizione delle urne non è ora richiesta dalla legge (la legislatura dura 5 anni e non siamo neppure a 2) e che, quando verrà il tempo, è da vedere se le proposte tra cui i cittadini dovranno scegliere saranno il sovranismo e un‘area ad esso alternativa.
L’architrave del mio ragionamento è che la politica non può essere solamente aspirazione od esercizio del potere. La politica utilizza il potere ma senza un progetto di idee da perseguire (e da rinnovare di volta in volta) è destinata a restare un groviglio di interessi personali e di gruppo che si scontrano senza risolvere nulla o quasi delle questioni del convivere. Il naufragio della classe politica (di tutta, al giorno d’oggi) sta appunto nella incapacità di formare un progetto di idee per affrontare i problemi della convivenza. O più esattamente, nel non capire neppure di doverlo fare, dal momento che si è abituata a pensare soprattutto al potere e al come lisciare i cittadini per farselo attribuire.
Peraltro va rilevato che i cittadini, sulla scorta di una esperienza pluridecennale negativa, danno maggior peso, non tanto alla mancanza del progetto, quanto alla mancanza di credibilità di chi ha governato (senza pensare alla vita dei cittadini). Sbagliano (è stato proprio non avere un progetto che ha indotto i vecchi governanti a non pensare ai cittadini) ma così è. Questo spiega perché il M5S si affanni a far vedere che rispetta gli impegni comunque assunti (dalla revoca della prescrizione, consigliata dai magistrati distaccati al Ministero per soddisfare il cittadino, anche se in contrasto con il suo reale interesse, a quella della concessione autostradale, in applicazione dell’interesse del cittadino per sostanziale non rispetto dei contratti) e che non demorda dal suo essere maggioranza in Parlamento per volere dei cittadini, seppur solo relativa ma non aggirabile con gli abituali giochetti elitari.
Tutto ciò fa emergere la frenetica ossessione di molti giornalisti e dei vedovi della sognata restaurazione che li porta ad annunciare quotidianamente che il governo sta cadendo e il M5S dissolto, mentre sono come la Torre di Pisa, pende pende e mai va giù. Ieri la Meloni (che è l’unica nella destra ad avere un cervello da leader, anche se promana il profumo della Carta di Verona del Partito Fascista Repubblicano) ha detto che il governo cadrà solo per logoramento. Svelando così la realtà, vale a dire che le opposizioni non hanno né i numeri né il progetto alternativo per provocarne la caduta. Non fa mai male una boccata di realismo politico in un‘atmosfera di esaltazione a vuoto.