Su diseguaglianza e diversità (a Danilo Taino)

Danilo Taino risponde qulche ora dopo

Sono del tutto d’accordo con lei, naturalmente.
Purtroppo le sue argomentazioni sembrano non fare affatto breccia nell’accademia, nei media e nella politica italiana. E non solo italiana, se vogliamo essere sinceri.
Mi pare anzi che negli ultimi anni sia aumentato in misura consistente il conformismo di cui lei parla.
E’ abbastanza preoccupante.
La ringrazio del suo messaggio.
Un caro saluto
Danilo Taino

Raffaello Morelli scrive a Danilo Taino, giovedì 9 maggio 2019

Egregio Dottore,
ho apprezzato molto il Suo articolo di stamani soprattutto per l’implicito suggerimento che contiene.
Siccome, come Lei giustamente argomenta dati alla mano, la disuguaglianza va trattata con cura, ciò significa mettere in crisi l’abituale impostazione degli epigoni ideologico religiosi secondo i quali tutti i mali del mondo sarebbero originati dalla disuguaglianza e la terapia sarebbe quindi estirparla.
Abbandonare questa impostazione abituale, assai praticata in Italia, è una necessità ineludibile se, come sono convinto, è indispensabile avvicinarsi a far politica comprendendo il funzionamento del mondo reale. Che è sperimentalmente fondato sulla diversità degli individui. L’uguaglianza concerne solo i loro diritti, non la loro identità.
Anzi, fondare l’attività politica sull’uguaglianza dei cittadini, è il modo felpato e corrosivo per costringere i cittadini ad essere sudditi del conformismo verso il potere delle grandi strutture di vario genere e delle elites distanti dai cittadini per formazione. Occuparsi di come organizzare le relazioni conflittuali tra cittadini diversi affidandosi alle regole da loro scelte di continuo, è il compito di una politica dinamica ispirata alla libertà nel tempo. E così attenta ai fatti reali e non alle utopie.
Con i migliori saluti

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