Lettera a Mauro Antonetti, Corrado Besozzi, Andrea Morbelli, Camillo Ricci, promotori di un’iniziativa a Roma, il 2 marzo 2019, Teatro OffOff, per discutere sulle proposte e le soluzioni liberali nel dibattito politico e culturale italiano
Cari promotori,
Vi ringrazio per avermi invitato, come scrivete, ad un incontro sulle proposte e le soluzioni liberali nel dibattito politico e culturale italiano.
Devo peraltro dirvi che, nelle settimane precedenti l’invito, ho avuto modo di leggere vostri documenti preparatori, nei quali si afferma apertamente che nell’incontro ci saranno liberali a prescindere dalla collocazione di ciascuno su posizioni partitiche diverse e anche contrapposte. Questa non è una mia interpretazione, visto che mi è stata confermata di persona da uno di voi nel frattempo.
Non posso non osservare che, con un simile premessa, l’incontro può qualificarsi come un confronto tra cittadini sul tema proposto ma, al di là delle intenzioni, non come un confronto finalizzato a definire una convergenza per una formazione politica liberale. Ciò perché la precipua caratteristica politica del liberalismo consiste nel non avere ambiguità circa il fondarsi sul cittadino, sulla sua diversità, sulla sua libertà nel pubblico esprimersi e relazionarsi nonché sull’agire politico in stretta coerenza con tali principi. Il che implica l’assoluta necessità di non trovarsi, all’atto della discussione, su posizioni partitiche diverse e anche contrapposte, con poca o punta connessione politica con i caratteri liberali.
Il motivo è, infatti, che nel 2019 per dirsi liberali in politica non basta affatto (anzi è depistante) essere personalmente inclini a generiche bontà d’animo e a tolleranza verso gli altri. E’ indispensabile essere fautori e partecipi di un’azione politica avente le scopo di costruire istituzioni tali garantire e promuovere al meglio relazioni pubbliche rispettose dei principi liberali. Non basta non per ragioni ideologiche, ma per precisi motivi sperimentali. Perché quel tipo di istituzioni si è dimostrato essere nei secoli l’unico capace di accrescere il metodo della libertà individuale e così di migliorare le condizioni di vita. Di conseguenza, quando si parla di proposte e di soluzioni liberali, il metro della discussione è quello delle caratteristiche liberali esposte prima, ma con l’aggiunta della verifica sperimentale dei risultati antecedenti e successivi e del voler apportare i cambiamenti derivanti.
Allora, se si accetta di qualificare come liberali dei cittadini che non lo sono quanto a comportamenti perché si riconoscono in formazioni politiche non liberali, l’incontro si trasforma in una riunione a carattere lobbistico dei cittadini inclini a dire di essere liberali senza ritener determinante comportarsi da liberali per dichiararsi tali. Pertanto, stante questa caratteristica che ritengo chiarificatrice sul vostro intento, non interverrò all’incontro. Ovviamente sarebbe stato diverso se aveste scritto “un incontro con l’obiettivo di definire le proposte e le soluzioni liberali per dar vita in Italia ad una formazione politica liberale“ ma non lo avete scritto, penso non per caso.