Il confronto politico trascura la laicità istituzionale: il caso Policlinico Gemelli

Scritto per la rubrica Testimonianze del numero 31 della rivista NON CREDO

 

Il Gemelli è nella sfera Vaticana eppure, in tema di fine vita, ha posizioni più aperte della politica clericale. Ad inizio giugno, il neurologo Mauro Sabatelli ha affermato che la tracheostomia costituisce un estremo disagio fisico per i pazienti di sclerosi laterale amiotrofica, i quali hanno il diritto di rifiutarla pur sapendo che senza non respireranno più. I suoi colleghi concordano, convinti che il medico debba  lasciar  libero il malato di scegliere come  vivere. Così al Gemelli si riconoscono i diritti individuali, mentre  i cattolici chiusi insistono per leggi sul fine vita che subordinino l’individuo alle decisioni di  medici e di terzi. Ad esempio, vorrebbero che, qualora  fosse già attivata la respirazione assistita, il medico non possa consentirne il distacco se il paziente lo chiede dopo. E’ una pretesa del tutto capziosa (decide sempre il paziente) e non tiene conto della Corte Europea dei Diritti, della Corte Costituzionale e di quella di Cassazione. Tuttavia viene diffusa da TV e giornali, alla ricerca di regole non vincolate alla libertà del cittadino. Il mondo laico non riesce a porre questi temi al centro del dibattito politico. Spesso preferisce flirtare a parole con l’anticlericalismo e sostenere nei fatti che in Italia ci sarebbe la laicità istituzionale.

 

 

 

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