Scritto per la rubrica Testimoninaze della rivista NON CREDO, n.30
Non l’ha inventata lui, ma di certo ne è il massimo interprete. Mi riferisco alla capacità pervasiva di Francesco di focalizzare l’attenzione del mondo sui suoi messaggi religiosi. Come è ovvio, i laici sono sempre assai cauti rispetto alla comunicazione di massa che privilegia l’esaltare la notizia piuttosto che indurre la riflessione. Certo, non prescindere dai fatti del mondo è una conquista irrinunciabile della conoscenza, e l’esperienza insegna a non trascurare il passare del tempo né a confonderli con il contingente. Peraltro una cura particolare va riservata alla materia in cui eccelle la figura di Francesco. In materia religiosa, la regola profonda del separatismo laico è non mischiare il dibattito sulla convivenza civile con preghiera e misericordia. Dunque, in chiave civile, i messaggi religiosi devono restare estranei al confronto sulle regole anche quando i grandi mezzi di comunicazione spingono a farlo per evidenti richiami commerciali. La religione è una cosa seria che riguarda i credenti e gli studiosi, ma non può ridursi a conformismo salottiero perfino con fini elettoralistici.