Egregio Direttore,
l’articolo odierno dell’on. Ghigo ha il merito di parlare apertamente di questioni che è tempo di discutere. Proprio per questo, non può essere lasciato senza una pur sintetica risposta. Le questioni sono due : una è il merito della legge sul testamento biologico ed una, in verità preliminare, è la sua presunta obbligatorietà.
A proposito di quest’ultima, la tesi dell’on. Ghigo è esposta fin dall’inizio. Per riconoscere le novità destinate ad incidere sul futuro, l’on. Ghigo sostiene si debbano tener presenti le considerazioni del cardinal Bagnasco. Ora, è davvero singolare, da un punto di vista liberale, che un senatore si appresti a legiferare ispirandosi ad esponenti di una dottrina religiosa nell’esercizio delle loro funzioni. Se imposta il problema così, è chiaro che poi non possa che sostenere l’obbligatorietà di una legge. E se per di più cita un esponente socialista come il prof. Vassalli, di nuovo è escluso che possa seguire un approccio liberale. Infatti il sen.Vassalli, polemizzando con le recenti sentenze della Cassazione e di altri tribunali di grado inferiore, pone un quesito stupefacente per un liberale, “quale è la legge che consente ad una persona di aiutare un’altra a morire?” , come se le norme della convivenza dovessero essere tutte esplicite e si potesse fare solo quanto la legge prevede esplicitamente si possa fare. Seguendo questa logica, è evidente che non v’è spazio alcuno per la libera volontà dell’interessato, mentre lo spazio c’è se si riconosce che l’intero impianto costituzionale è ispirato alla libertà del cittadino anche nella gestione della salute personale ed è applicabile pur senza una specifica legge in materia. Dunque, occorre aver chiaro che sostenere l’obbligatorietà di fare una legge sul testamento biologico, non è per nulla una questione tecnica che non incide sulla discussione di merito. Sostenere l’obbligatorietà di una legge sul testamento biologico (non solo la sua possibilità) , già implica un atteggiamento non liberale quando si dovrà affrontarne il merito.
Infatti, una legge formale sul testamento biologico, che ha una sua logica, non può che essere rispettosa nel merito dell’intero impianto costituzionale. Dunque deve regolare la possibilità di esprimere le direttive anticipate ai medici per il caso di gravi danni che impedirebbero di esprimere al momento la propria volontà sui trattamenti di sostegno estremi. Insomma, l’autodeterminazione deve valere sempre, a meno che un imprevedibile progresso scientifico abbia nel frattempo mutato i termini del problema. Invece l’on. Ghigo, adottando esplicitamente il punto di vista del cardinale Bagnasco, vuole una legge sul testamento biologico che affidi al medico un ruolo centrale di vaglio e di decisione, siccome, afferma, “il fine ultimo è tutelare la vita” . In termini più espliciti, la volontà dell’interessato non ha rilievo. In questo modo il testamento biologico, secondo l’on.Ghigo, diverrebbe uno strumento in cui l’esecutore testamentario può agire come gli pare e non secondo le volontà del testatore.
E’ evidente che qualunque liberale non può che avversare l’impostazione dell’on. Ghigo.