Sulla denuncia del Presidente della Camera (scambio con Dino Cofrancesco)

Ringraziando per la Sua attenzione e felice di essere d’accordo sulla questione oggi importante ( cercare di raggiungere il quorum e comunque dare più sostanza all’idea della laicità delle istituzioni) , vorrei vedere se è possibile fare un altro passo.

Se lei difende il sacrosanto principio che decide solo chi partecipa, allora sarà d’accordo  con me che il comportamento dei due Presidenti è davvero inqualificabile perché, nell’esercizio delle loro funzioni, distorcono consapevolmente il quadro Costituzionale che è in tal senso, di non privilegiare gli assenti. Giusto o sbagliato che sia – ma che sia sbagliato  potremmo dirlo Lei, io e ogni altro cittadino comune, non la seconda e la terza carica dello Stato – la Costituzione ( vedi art. 48, comma 2°) esclude la possibilità di equiparare l’andare a votare con il non andare a votare, l’astensione nel voto con l’astensione dal voto. Io insisto nel dire – forse lo ricorderà – che l’intento del costituente era diverso dall’interpretazione corrente ( e non sistematica ) che a poco a poco è invalsa sull’art. 75 comma 4°. Ma in ogni caso ieri sul Corriere Cassese illustrava indirettamente i punti alla base delle nostre due denunce, essenzialmente che sull’equiparazione del partecipare o meno e sulla ineludibilità della legificazione parlamentare in una materia come questa, i due Presidenti dicono cose che nella Costituzione non si trovano.

Se su questo anche Lei concorda, l’iniziativa di denunciare Pera e Casini può essere giusta o sbagliata, efficace o no ma resta la domanda precedente all’iniziativa: che cosa può essere fatto per contrastare il comportamento dei due Presidenti ? Perché contrastarlo bisogna,  visto che da un punto di vista liberale è molto pericoloso perché sono le stesse istituzioni a far  dire alla Costituzione ciò che non dice  e violano una legge ( la ormai famosa 361/1957).

I radicali fanno lettere a Ciampi. A noi sembra che questo tirare in ballo ogni minuto la massima autorità di garanzia sia un modo esasperato di fare politica che non porta a niente di buono. La Federazione dei Liberali è sempre stata molto critica ( se non virulenta quando era opportuno esserlo)  contro le concezioni giustizialiste e il partito dei giudici, ma non contro l’ordine della magistratura che resta un organo chiave della liberaldemocrazia. E allora perché non sottoporre il caso al  giudizio di un Magistrato su una questione di fatto ben precisa e delimitata che attiene il rispetto di una legge ? Bisognerà pur capire se queste sono fisime di liberali incalliti oppure delle vere storture giuridiche e, dato la funzione dei due Presidenti, politico istituzionali. Ed è urgente capirlo anche perché sia Pera che Casini sono già in pista per essere eletti Presidente della Repubblica.

Avrei piacere di avere un Suo parere. Quanto all’ottimismo della volontà o come credo della ragione, ne potremo parlare se e quando avremo il piacere di vederci.

Cordiali saluti

Raffaello Morelli

Dino Cofrancesco ha scritto il giorno 8 giugno 2005

Caro Morelli,
debbo dirLe, francamente, che da liberale–qual mi considero anch’io– concordo solo in parte con le sue osservazioni.
Per me, in tutta questa vicenda, l’unico scandalo è costituito dal fatto che non viene riconosciuto il sacrosanto principio ‘decide solo chi partecipa’.. Il resto ‘doveri’, ‘diritti’, ‘bene comune’, mi sembra vecchia retorica azionista oggi ricondita in salsa mauriziovirolata. Ma, come le ho già scritto, sono un liberalpopulistaqualunquista.
Da mesi mi sto battendo per il sì e spero che l’iniqua mannaia del quorum non renda inutile il mio impegno. Ho qualche dubbio ma l’ottimismo della volontà non crolla.

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