Sulla lista unitaria alle Europee (a Antonio Polito)

Egregio Direttore,

nel giorno del nuovo insuccesso dell’opposizione sulla Gasparri ( 4 dicembre 2003), il Suo giornale ospita vari articoli e pezzi – dalla questione salariale, alla strada per il bipolarismo possibile, al conflitto di interessi di Soru, alla fecondazione assistita, al segnale di Milano – che trattano tutti, esplicitamente o meno, della carenza di identità propositiva nella opposizione. Per dirla con le parole del sen. Franco De Benedetti, sulla Gasparri” al disegno di legge della Casa delle Libertà, abbiamo opposto solo il mantenimento dell’esistente. Limitarsi a mettere in luce i tanti aspetti negativi o a denunciare il conflitto di interessi del Presidente del Consiglio, non ha pagato”. E non può pagare, aggiungo io (nonostante che, in quanto liberale, ritenga il conflitto di interessi questione assai grave, come dimostra la legge Gasparri, e con il tempo cancerosa per la libertà). Non può pagare perché il conflitto di interessi è purtroppo endemico, viene brandito solo nei confronti degli avversari e dunque è considerato fattore non decisivo, mentre l’apparire difensori di fatto dell’esistente non è per nulla la rete adatta per catturare lo sciame sempre più numeroso dei delusi delle capacità riformatrici del Polo.

Dunque all’opposizione occorre più identità propositiva. La strada giusta da percorrere, però, non è quella dell’unità di un riformismo indistinto. Questo virus della indistinzione – che ha colpito il centro sinistra nel periodo successivo all’entrata nell’Euro e all’uscita di Prodi – nasce dal tentativo di risolvere il non facile problema di far remare insieme tutte le diverse anime del centro sinistra, sinistra antagonista inclusa, basandosi su un’idea : quella che una identità propositiva tra riformismi storicamente assai distinti e distanti, si possa trovare solo dichiarando la inadeguatezza di tutti i filoni culturali esistiti fino ad oggi e ripartendo da zero con un partito riformista (appunto) indistinto. Fassino dice nessuna delle culture riformiste dispone delle categorie concettuali per governare i problemi della contemporaneità, Prodi ha scritto che occorre dar vita ad una nuova e grande famiglia politica.

Qui si annida il baco. Innanzitutto l’assunto non è storicamente vero. Quantomeno può esserlo solo per le culture a sfondo determinista o religioso, certo non per quella liberale ( Prodi ha detto a lungo che il liberalismo aveva vinto) che, essendo strutturalmente legata al criterio del tempo e del mutamento espresso nel porre la libertà prima di tutto, non può essere inserito nell’elenco di Fassino o dissolversi nella nuova famiglia prodiana. Ralf Dahrendorf è Presidente d’onore dell’Internazionale Liberale, non di quella Socialista. E poi, sancire l’inadeguatezza delle culture di riferimento, lascia privi di valori efficaci e di metodo d’azione, costringendo ad affidarsi a generiche enunciazioni culturalmente inadeguate per leggere i problemi reali e per costruire proposte identificative. In più, si suscita la diffidenza sia dei tradizionalisti propensi a conservare sia dei fautori del cambiamento restii ad una innovazione senza bussola. Ad esempio, le istituzioni laiche non sono riducibili ad un affare di coscienza.

Non solo, anche le stranezze operative sono almeno due. La prima, una lista unitaria alle Europee ove si vota con il proporzionale ( il che è normale visto che in Europa non si sceglie un governo, si danno solo indicazioni di appartenenza politico culturale). La seconda, le principali componenti la lista restano nettamente contrapposte sul senso e le prospettive della lista stessa ( i DS dicono che non serve a fare un gruppo unico, specie se diverso dal Gruppo Socialista allargato, ma a costruire un nuovo partito unico in Italia, viceversa per la Margherita la lista serve a costituire un nuovo Gruppo al Parlamento Europeo ma esclude ogni partito unico in Italia).

Insomma, se si adotta il punto di vista dell’Europa, si dovrebbe prendere atto che le grandi famiglie politiche vive e vegete sono almeno cinque – conservator popolari, socialisti, liberali e democratici (ELDR), sinistra antagonista, ambientalisti – e a queste riferirsi; e di fatti noi liberali proponiamo per le europee di fare la lista di tutti coloro che si riconoscono nel Manifesto dell’ELDR approvato a metà novembre ad Amsterdam ( si può trovare sul nostro sito www.liberali.it). Se invece si adotta la prospettiva italiana, allora l’imperativo dovrebbe essere costruire un’identità propositiva di coalizione ( non un partito) attraverso una proposta di governo condivisa che stabilisca l’area di convergenza di alleati per il resto differenti.
Mischiare la logica dell’Europa con quella dell’Italia, non serve né qui né là. Semmai è un oggettivo favore ai conservatori, che in Europa vogliono bloccare il processo di crescita, passo a passo ma deciso, dell’integrazione di un’Unione Europea allargata e che in Italia intendono prolungare il potere berlusconiano nel segno del privilegio, della sudditanza ai neocons dell’amministrazione Usa e dell’arretramento sulla laicità delle istituzioni.

Il nodo della costruzione di una identità propositiva di coalizione di centro sinistra sta nella convinzione, per dirla con il Nobel Amartya Sen, che lo sviluppo è libertà. Vale a dire che le libertà non sono solo i fini primari dello sviluppo, ma sono anche fra i suoi mezzi principali. E che le libertà non possono che significare il pieno riconoscimento dell’individualità del cittadino, dei suoi bisogni e delle sue aspirazioni, come metro delle regole e della presenza pubblica. Dunque, nessuna accondiscendenza per chi, come la sinistra antagonista, è culturalmente ostile o diffidente verso la libertà individuale. Per cui, nel costruire l’identità propositiva della coalizione di centro sinistra, non ci si può far influenzare dall’impulso irresistibile di parte della sinistra di governo a correr dietro alla sinistra antagonista, la cui proposta politica è obiettivamente divergente. Se si vuol dare davvero un dispiacere all’attuale Presidente del Consiglio, occorre un’opposizione liberale.

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria e contrassegnata con , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.