li liberale Raffaello Morelli. che fa parte dei comitato dei promotori dei referendum Giannini e Segni. sostiene che “la via praticabile per impegnare i cittadini su tematiche referendarie è quella di presentare solo al Senato, nelle varie regioni, liste con simbolo autonomo facenti riferimento a Massimo Severo Giannini”. “II programma di queste liste – afferna Morelli – dovrebbe essere un unico punto, la riforma elettorale e burocratica, vale a dire la questione centrale della battaglia refercndaria. In questo rnodo alla Camera si voterebbe nel modo tradizionale, ma al Senato si anticiperebbero gli effetti della riforma chiesta con i referendum. Il cittadino voterebbe insieme per un nuova sistema elettorale e per i suoi sostenitori”. Per Morelli, invece, non possono essere accolte le proposte di costituire un partito trasversale presente sia alla Camcra sia al Senato, oppure di stipulare patti pro-referendum tra candidati dci vari partiti: la prima “non è manifestamente possibile perché non sono maturate le condizioni politiche e programmatiche”. e con la seconda “si finirebbe per dare il marchio di origine referendario anche a quei partiti che si banano contro le riforme elettorali e burocratiche». La proposta di Morelli, invece, metterebbe «in moto l’alternativa delle scelte concrete” vanificando “le manovre già in atto per ritornare agli accordi di palazzo”.