Replica del Consigliere Raffaello Morelli alla risposta dell’assesore Luigi Tassinari circa l’Interrogazione alla Giunta presentata il 10 febbraio sulla Mostra “I Medici e l’Europa nell’epistolario di Giorgio Vasari”
lo prendo atto con soddisfazione che, per quanto riguarda il punto 4, il rilievo non era infondato e che si è trattato di un infortunio tecnico, a cui la Giunta ha provveduto tempestivamente a porre rimedio.
Per quanto riguarda invece la parte di merito io prendo atto delle motivazioni, però mi preme sottolineare un fatto.
lo comprendo benissimo, ed è proprio del nostro modo di pensare, che l’Ente pubblico non deve rinchiudersi in se stesso pensando di essere autoctono, perché questo è un principio che nella storia ha sempre portato a piccole difficoltà. Quindi comprendiamo benissimo che, in occasione della preparazione e poi dell’effettuazione della grande mostra sui Medici, l’Ufficio stampa, dimensionato su un lavoro se non di routine quanto meno entro certi limiti di attività istituzionale, abbia ritenuto opportuno avvalersi dell’opera di collaboratori qualificati, tra i quali la persona in oggetto della discussione. E comprendiamo benissimo anche il tipo di contratto relativamente sia alla durata sia all’ammontare del compenso pattuito, perché evidentemente l’impegno di preparazione e di diffusione della mostra dei Medici è stato un impegno di tutta rilevanza e importanza, che quindi doveva essere, anche dal punto di vista contrattuale, considerato con il dovuto peso e la dovuta presenza di esperti. Però vorremmo ricordare anche che questa mostra dei Medici, che doveva terminare entro il 31 dicembre dell’80 e che è di fatto terminata entro il 31 dicembre dell’80, comprendeva anche la mostra del Vasari.
Ecco allora il discorso dei primi due punti della interrogazione. Io avevo chiesto cioè perché si è esteso all’esterno dell’ufficio stampa e perché si è dato un incarico di così lunga durata e dimensione retributiva. A noi sembra che molte delle cose che devono essere fatte in occasione della mostra di Arezzo dovevano essere già state approntate prima – questo è il nostro dubbio – stante il fatto che la mostra del Vasari è stata rinviata esclusivamente per motivi organizzativi in sede di Arezzo, a quanto si legge nella delibera citata opportunamente dall’assessore e con la quale si è dato questo incarico. In questa delibera si legge che la mostra non è stata fatta nell’autunno dell’80 per motivi di difficoltà organizzative insorte ad Arezzo, quindi non dipendente dalla preparazione, per cui questa apertura dell’ufficio stampa all’esterno in linea di principio a noi può andar bene perché non si deve mai l’Ente chiudere in se stesso, come dicevo prima. Però se sopravvengono delle difficoltà non pensiamo che meccanicamente esse debbano essere trasportate su un aggravio abbastanza Rilevante di oneri all’esterno attraverso queste collaborazioni perché, in fin dei conti, una larga parte di queste cose erano state fatte.
Ecco perché noi eccepiamo sulla durata, perché ci sembrava che il rinvio della mostra a quest’anno poteva comportare senza dubbio una sorta di reincarico, ma nettamente più circoscritto, sia per quanto riguarda la fase preparatoria, sia per quanto riguarda poi l’impegno in sede stessa di effettuazione della mostra e delle manifestazioni collaterali quali quelle sulle abitazioni nell’epoca del Vasari, quali quelle sulla figura dello storico e del pittore, ecc.
Quindi, in sostanza, con questa interrogazione ho solo voluto sollevare il problema di accedere a queste collaborazioni esterne naturalmente facendolo con una certa attenzione ai criteri derivanti non solo dalla riuscita manifestazione ma anche da uno sforzo «di produttività», cioè cercando di recuperare ciò che del lavoro è stato fatte, in questo caso cercando di recuperare tutto il lavoro che, stando al contratto della fine del ’79 con la giornalista incaricata, doveva già esser stato effettuato nell’ambito della mostra dei Medici.
Quindi, per quanto riguarda il quarto punto, l’ho già detto, la risposta conferma la validità della nostra obiezione e ci trova consenzienti.
Per il resto concordiamo per la parte degli incarichi esterni. Vorremmo che in altre occasioni, magari, si facesse un po’ più caso al problema del sovradimensionamento che nella prima parte, cioè per la mostra dei Mèdici sicuramente non c’era, per la seconda, la mostra del Vasari, forse, in parte può esserci.