PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Morelli.
MORELLI. Vorrei intervenire molto brevemente per fare, sulla linea già espressa dal gruppo socialdemocratico e democristiano, alcune osservazioni circa l’argomento più caldo della seduta di oggi, cioè la questione del distretto 8 e, sia pure in minor misura, del distretto fiorentino. Soprattutto per il distretto 8 vorrei dire – e questo è il succo dell’intervento – che a noi sembra che mentre è giusto il criterio generale proposto dalla Giunta di dare una veste più compiuta, polifunzionale alle varie aree – quindi cercare uno sforzo di ricomposizione complessiva nell’area regionale – non ci sembra invece giusto arrivare a certe conclusioni nel caso della montagna pistoiese proprio per gli stessi, in fin dei conti, motivi di riassetto complessivo cui si ispirava nella relazione il consigliere Bolzoni. E preciso. Noi non neghiamo che l’area compresa nel distretto della montagna pistoiese, di S. Marcello, abbia, come è stato illustrato dal consigliere Palandri, degli oggettivi disequilibri interni e che di per sè, probabilmente, il distretto non è abbastanza operativo al fine di portare ad un riequilibrio complessivo di tutta l’area superando le difficoltà quasi storiche che la montagna ha, tuttavia ci sembra che proprio di fronte a questo compito, che nessuno nega, cioè di sforzo per portare ad un riequilibrio socio-economico della zona, può essere anche concepibile l’idea di affrontare un discorso di programmazione allargato in tutto l’ambito provinciale e non prioritariamente limitato, isolato solo al discorso della montagna che quindi, mano mano che più si isola, si dice, tanto meno può essere soggetto d’intervento complessivo.
Però, se è vero questo tipo di obiettivo, allora non si capisce come non si faccia, non solo in questo caso di distretti scolastici ma più compiutamente in termine generale, un’opera di ridistribuzione e di intervento al fine di superare le difficoltà storiche di questa zona; e non si capisce allora perché, proprio in occazione di un provvedimento complessivo regionale, si colga l’occasione per far sentire queste popolazioni ancor più distaccate e solitarie, perché mentre si opera da un lato questo momento di riaccorpamento – si dice al fine di rendere possibile e più incisivo un intervento a livello provinciale che riequilibri le differenze anche della montagna – da un altro l’intervento in concreto che si fa viene sentito e patito dalla montagna come un intervento che spinge ancora più in avanti il distacco e l’isolamento tra la montagna e la Provincia. A noi sembra che è qui il punto di critica che può essere legittimamente avanzato a questo provvedimento proprio, a differenza degli altri interventi, prendendo ne per buoni i presupposti della necessità di dover arrivare ad una sorta di equilibrio. Noi avremmo capito questo provvedimento laddove fossero stati contestualmente anche avviati tutta una serie di provvedimenti di tipo economico, viario, scolastico tali da consentici di sostenere che è già in corso un’opera di ridistribuzione programmata degli interventi culturali ed economici della Provincia di Pistoia per tentare di superare tutte le difficoltà fino ad oggi esistenti.
A questo punto avremmo potuto sostenere che nel settore scolastico, proprio per completare quest’opera già in essere, in corso, è meglio arrivare ad un accorpamento in soli due invece di quattro distretti attualmente esistenti. Ecco, non essendo stato fatto questo, cioè ancora una volta percorrendo una strada che può avere una logica di principio, di razionalizzazione e di migliore distribuzione programmatori a, ma che poi di fatto non percorre in concreto nemmeno un metro del cammino necessario per far sentire alla montagna una vicinanza di volontà attuativa e quindi per non farle percepire questo provvedimento ancora una volta punitivo, a noi sembra che anche la logica con la quale si vuoI motivare in positivo il provvedimento di accorpamento viene a perdere molto del suo nerbo e della sua coerenza. Questo mi pare un dato di fatto dal quale non si può prescindere, perché una volta passata la discussione in quest’aula, laddove la maggioranza dovesse approvare questo accorpamento di tutti e tre i settori, di Pistoia, Agliana e S. Marcello, non vediamo che cosa potrebbe essere fatto a brevissima scadenza, perché in queste cose la popolazione è molto influenzata anche da quello che pensa si voglia fare, per far comprendere che non si va sempre di più verso le situazioni di difficoltà e di isolamento. Quindi a noi sembra che il parere emerso in varie fasi delle consultazioni da vari organismi – Enti locali, Provveditorati, Comitati delle popolazioni – vada in qualche modo seguito, cioè vada in qualche modo’ risolto il problema, al di là delle complessive valutazioni tecniche, di dare un segnale che venga percepito in senso giuto, esatto.
La Bolzoni ha ripetutamente insistito sull’esigenza di non applicare meccanicamente le astrat- te esigenze istituzionali, ma credo viceversa che in questo caso, in questa scelta, e forse al di là delle intenzioni, la maggioranza finisce proprio per applicare questo meccanicismo istituzionale e, data la particolare sensibilità di queste popolazioni, che non a caso sono state fra le poche più accanite nel difendere una situazione che le vede organizzate in modo diverso, credo che sia necessario usare un po’ di pragmatismo e, sia pure perseguendo, al limite in prospettiva, la linea dell’accorpamento, questa linea farla seguire non precedere a concreti, precisi interventi di riequilibrio del.territorio in campo urbanistico, economico e delle comunicazioni; perché allora, in tal caso, le. popolazioni capirebbero il senso di questo accorpamento del distretto e non si sentirebbero per ciò stesso sminuite e stravolte. Per conseguenza, mentre noi sull’assetto generale del provvedimento della distrettualizzazione, cioè della riduzione a 36 dei distretti, possiamo convenire, su questi specifici punti, quello di Firenze ed in particolare quello di Pistoia, invece non converremo. Comunque, siccome ci sarà il dibattito specifico sugli emendamenti presentati da altri gruppi, ci riserviamo di dare la valutazione definitiva alla legge quando, fatti gli emendamenti, verremo a conoscerne il testo definitivo.