Variazione legge Bilancio ’81

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Morelli.

MORELLI. Il provvediento, la legge di variazione n.2 che ci viene questa sera proposto, a nostro parere conserva della legge di variazione n.1 propostaci nel mese di luglio, un uguale impianto di lucidità e di tecnica attuativa da parte dell’assessore, ma , a nostro avviso, non un’altrettanto uguale coerenza nell’utilizzo delle somme che si sono rese nel frattempo disponibili a seguito delle variazioni dell’assegnazioneda parte dello Stato dei fondi alle Regioni.

Noi, proprio perché a luglio ritenemmo che lo sforzo fatto dalla Giunta sulla linea del contenimento e di qualificazione della spesa fosse uno strumento significativo, e che andava sottto certi aspetti al di là dei non moltissimi miliardi tagliati, per così dire, e che ciò fosse vero è dimostrato sotto certi aspetti dal fatto stesso che le successive somme maggiori assegnate alla Regione dimo­strano come questi tagli fossero senza dubbio un indirizzo di volontà oggettiva di ridurre la spesa per quanto era possibile; lo stesso tipo di volontà che ci portò a voler riconoscere, in una logica che noi riteniamo di avanzamento democratico, un provvedimento in sé corretto, anche se collo­cato in un quadro di scelte politiche di bilancio che noi non condividiamo, la stessa logica, ap­punto, che ci portò a dare questo tipo di valuta­zione ci porta a darne una un po’ differente in questo caso, perché i 15 miliardi che sono a di­sposizione come somme libere della Regione, a seguito di tutti gli spostamenti di partite che sono stati validamente illustrati nella relazione della Stessa Giunta e dagli interventi, non sono utilizzati a nostro parere nella stessa logica di miglio­ramento complessivo del bilancio quale era stato configurato e acquisito con la variazione n. l, quella di luglio, e vorrei soprattutto far riferimento al problema proprio dell’agricoltura che non credo che in linea generale possa essere risolto dicendo, come ha detto or ora l’assessore nella replica, che il 40% dei fondi disponibili è stato as­segnato a questo settore, perché, a parte il consi­derare in questo settore anche la Chigiana, il punto centrale è che, a nostro parere, non si pos­sono riconsiderare in questo settore, come miglio­ramento oggettivo del bilancio, tutte le somme che nel bilancio precedente, quale risultante dalle variazioni n. l di luglio, erano già state destinate a questo settore e che in un riequilibrio comples­sivo dell’attribuzione di fondi da parte dello Sta­to, secondo linee tra l’altro richieste dalla Regio­ne, venivano ad essere tagliate, e perciò stesso quando la Regione avendo- una somma di circa 15 miliardi disponibili, libera, non può calcolare fra le allocazioni in agricoltura quelle somme che vanno a reintegrare quelle poste di bilancio che erano state tagliate proprio per rendere disponibi­li quei 15 miliardi. Cioè, in altre parole, non è esatto che la Giunta ha destinato il 40% su 15 miliardi. ma, al contrario, con un calcolo di mas­sima. ha destinato 1 miliardo e 200 milioni su 15, cioè cica 8% , assessore. non il 40, l’otto, perché quell’altro 32% sono delle sorame – ripeto il ragio­namento in sintesi per sua comodità – che erano già state destinate allo stesso settore e che erano state tagliate dal Governo per una ridistribuzione diversa dell’attribuzione dei fondi e che quindi era naturale per rispetto delle scelte precedentemente già fatte che la Regione, la Giunta …

(Interruzione dall’aula)

Va bene, ma non lo puoi considerare due vol­te. Se già a luglio …

(Interruzione dall’aula)

… a nostro parere non è da buttarsi via, come suoi si dire, ma non è neppure una manifestazione di impegno reale quale sarebbe stata se il 40% enunciato dall’assessore fosse veramente rispon­dente alla realtà dei fatti.

Del resto in altro punto, nelle stesse parole del­l’assessore, quando ci diceva che come assessore al bilancio non ritiene di impinguare i capitoli di spesa in agricoltura laddove ci sono ancora delle disponibilità, questo è come dire in sostanza che c’è una difficoltà ancora in questo settore, perché se in un settore di cui tutti riconoscono l’impor­tanza e la necessità di impegni siamo ancora alla fase di disponibilità e che quindi è inutile impin­guare, evidentemente ci sono delle oggettive diffi­coltà operative che vanno superate e che dimo­strano in realtà la necessità ancora di andare avanti.

E lo stesso criterio senza dubbio va fatto sul problema delle spese istituzionali, che è una fetta molto importante, che in realtà se dai 15 miliardi si tolgono quelli tagliati in agricoltura e ripristina­ti, che quindi si riducono a circa 10-11, i 5 mi­liardi delle spese istituzionali sono circa il 50% reale delle spese veramente di cui è stata fatta nuova allocazione. Su questi punti veramente non ci sembra che sia stata seguita la logica precedentemente attuata. È vero che ci saranno le reve­nienze in agricoltura dei circa 13 miliardi della legge Bartolomei, ma comunque si poteva oggettivamente fare meglio.

In conseguenza noi non crediamo che, come è stato detto dal consigliere Carpi, la linea dei tagli dei 6 miliardi fosse strumentale ai fini di un allargamento della maggioranza, e infatti abbiamo dato un giudizio al riguardo, però altrettanto riteniao che questo utilizzo derivanti da nuove allocazioni di fondi da parte dello Stato non sia rispondere al meglio alla logica alla quale la Giunta aveva dichiarato di ispirarsi. Quindi, pur riconoscendo certi indirizzi che corrispondono a una volontà che pure condividiamo, di non peggiorare oltremodo la situazione, l’ammontare e la qualificazione della spesa, e riconoscendo certi impegni che pure esistono, non riteniamo che i provvedimenti nel loro complesso rispondano ad una logica oggettiva del miglioramento dell’equilibrio fra le diverse poste contabili e perciò stesso non voteremo la legge di bilancio, astenendoci sulla stessa, per le critiche che abbiamo sinteticamente fatto.

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