Al Convegno Cambiamo rotta all’Europa

Intervento dei Liberali Italiani (oratore Pietro Paganini) inviato agli Stati Generali del Liberalismo 2023, Roma, 13 ottobre 2023 , sul tema Cambiamo rotta all’Europa

Crediamo fermamente che alle prossime elezioni europee sia essenziale, anzi urgente, avere una formazione Liberale che enfatizzi la centralità del cittadino rispetto ai privilegi delle burocrazie. Questa formazione dovrebbe proporre strategie di sviluppo equilibrato tra uomo e ambiente per contrastare l’accelerazione del cambiamento climatico; promuovere un reddito universale per potenziare la produttività individuale attraverso misure attive e passive nel campo del lavoro; incentivare gli investimenti in innovazione tecnologica e, soprattutto, sostenere la libertà di scelta, valorizzando la diversità individuale e rafforzando il ruolo del cittadino. 

In questa prospettiva, riteniamo che la proposta di riforma dell’Unione Europea che state discutendo sia tempestiva e di primaria importanza. Osservando quotidianamente le dinamiche di Bruxelles, trovo obsoleto e contraddittorio che nel 2023, con l’attuale carico legislativo, sia ancora la Commissione, con il suo funzionamento complesso e la ricerca di una trasparenza rigida, a guidare il processo legislativo che regola la coesistenza dei cittadini. Il Parlamento dovrebbe assumersi la responsabilità primaria nella vita dei cittadini.

In questo contesto, il documento di riforma assume un’importanza cruciale. Chi condivide i principi del Liberalismo troverà, in esso, una proposta solida e in gran parte condivisibile, anche se ci sono aspetti che vorremmo revisionare per evitare interpretazioni in contrasto con le aspirazioni liberali. Un primo insieme di argomentazioni è stato pubblicato da Critica Liberale all’inizio di settembre, firmato da R. Morelli e da me.

Gli emendamenti suggerite si dividono in due categorie: tre rimozioni e sette integrazioni. Per chiarezza, procederò in modo schematico:

Le tre rimozioni riguardano: 

– La descrizione del funzionalismo degli anni ’50 e ’60 come inefficace.

– La critica ambigua sull’UE per aver mancato due occasioni cruciali: il Covid e le tensioni in Ucraina e Israele.

– L’erronea etichettatura ideologica attribuita all’UE.

Ecco i tre punti rimossi:

1.Funzionalismo e Progetto Europa: Il funzionalismo ha guidato l’evoluzione del progetto europeo secondo principi liberali, focalizzandosi progressivamente sul benessere del cittadino. Questo ha permesso di distaccarsi dalla parte di idee illiberali di Ventotene, in cui si proclamavano concetti come “la rivoluzione europea dovrà essere socialista” o che vedevano “la metodologia politica democratica come un ostacolo in tempi di crisi rivoluzionaria”, nonché l’idea che “la dittatura di un partito rivoluzionario determina la formazione di un nuovo stato”.

2. Denuncia e Contesto Internazionale: La critica sull’approccio dell’UE durante la pandemia appare poco chiara. Inizialmente, il Covid ha sottolineato l’importanza dell’unità europea. Tuttavia, focalizzarsi solo sull’aggressione in Ucraina tralascia le numerose azioni della NATO nel corso degli anni. Allo stesso modo, è fondamentale ribadire il nostro sostegno incondizionato a Israele come pilastro della Liberaldemocrazia, pur riconoscendo le sue imperfezioni, in un contesto dove alcune entità, come Hamas, osteggiano i valori occidentali. Al contrario, figure come Putin non hanno mai dichiarato di voler eliminare cristiani o ebrei.

3. Etichetta Ideologica e Costruzione Europea: Definire l’Unione Europea con un’etichetta ideologica disconosce la sua realtà. La costruzione europea si basa su un approccio innovativo che valorizza le diverse capacità e attività dei suoi cittadini, evitando di rimanere ancorato a ideali teorici da imporre.

Per quanto riguarda le integrazioni:

1. il richiamo ai Trattati di Roma (indispensabile, visto che dell’Europa i Trattati sono la sola data di nascita giuridica e politica, oltretutto su iniziativa liberale), 

 2. il richiamo al coinvolgere i cittadini nella loro quotidianità economica (innovazione chiave della libertà negli scambi senza attribuirle un ruolo imperiale, in seguito soffocata dalla pratica di governo burocratica), 

3. il distinguere le prospettive future tipo politica estera (nel presupposto di arrivare ad una apposita modifica dei Trattati), 

4/5/6 i valori condivisi tra sinistra, liberali italiani, verdi, per realizzare ora l’avvicinamento ai cittadini. Per valori abbiamo indicato:

una politica impegnata sull’affrontare il tema del clima diffondendo le azioni volontarie di ciascuno con fermezza senza cadere nel fondamentalismo ecologico, 

una rinnovata attenzione al rendere effettiva l’assistenza sanitaria al cittadino, evitando le disfunzioni pubbliche e le consorterie private; 

un aggiornamento nell’ assicurare l’apporto dei cittadini introducendo il reddito universale sotto un livello prestabilito e realizzando in modo compiuto il salario minimo.

Voglio evidenziare che l’inclusione di questi valori condivisi rappresenta un tratto distintivo fondamentale del pensiero liberale, in contrapposizione alle ideologie. La cultura liberale, pur essendo intrinsecamente legata alle normative, manifesta la sua vera essenza nelle azioni che promuovono la libertà nelle relazioni umane.

Infine, proponiamo una settima integrazione: l’alleanza tra sinistra, liberali e verdi. Questa alleanza è essenziale per contrastare l’assorbimento culturale, un approccio radicato nel progressismo. I Liberali Italiani hanno sempre sostenuto che il liberalismo è intrinsecamente politico e non può essere ridotto a un mero aggettivo di altre ideologie o partiti.

Da anni, i Liberali Italiani sottolineano come il liberalismo, nella sua essenza, sia un concetto politico fondamentale e irrinunciabile per un autentico sviluppo democratico. Non può essere ridotto o banalizzato a un semplice aggettivo utilizzato da ideologie o partiti che non si identificano pienamente con i principi liberali.

Né i socialisti né i verdi incarnano pienamente la cultura politica liberale. Di conseguenza, l’alleanza proposta per le elezioni europee tra sinistra, liberali e verdi rappresenta un significativo passo avanti verso un vero impegno liberale. Questa alleanza non dovrebbe rimanere nascosta nelle ombre delle trattative riservate, ma piuttosto affermarsi chiaramente attraverso un simbolo elettorale trasparente, in modo che gli elettori possano riconoscerne l’importanza e il potenziale per innovare il progetto dell’UE.

Il simbolo elettorale ha un ruolo cruciale: serve a delineare chiaramente la posizione dei liberali, distinguiendosi da strategie di assimilazione e contrastando la lista LDE, che pur citando i principi liberali, non sembra rappresentarli appieno. Questo diviene evidente analizzando il loro “Manifesto per l’Europa”, caratterizzato da idee vaghe e non focalizzate sulla libertà di scambio, sul rispetto dei Trattati centrati sul cittadino e sulla situazione attuale in Ucraina, profondamente segnata da corruzione.

In conclusione, il nostro desiderio è che questi Stati Generali possano affrontare e risolvere le questioni da noi sollevate.

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