Livorno. 19 aprile 2023
Giuseppe Benedetto
E p.c.Luca Anselmi, Pietro Paganini, Antonio Pileggi
Riccardo. Ferri Giovani LDE
Caro Giuseppe,
nel nostro colloquio dei giorni passati, in cui ti ho esposto la sostanza delle mie valutazioni politiche attuali, avevi manifestato uno scetticismo di fondo sull’iniziativa in corso del Terzo Polo ma espresso anche una notevole speranza circa la riunione LDE di venerdì. Dato che, stando alle notizie pervenutemi, tale speranza è andata in pratica delusa e nel frattempo c’è stata tra i due principali soggetti del Terzo Polo una tempesta mediatica centrata solo su tematiche di potere, trovo necessario insistere, coinvolgendo alcuni altri amici liberali, sull’urgenza che tu attivi ogni relazione con l’obiettivo di riuscire a far essere presente alle Europee 2024 una lista percepibile dai cittadini come riferimento politico inequivoco all’ALDE e quindi a Renew Europe.
Un simile obiettivo non è riferibile in alcun modo alla nostalgia per un passato oggi inesistente. Corrisponde invece al fatto, comprovato sperimentalmente, che la presenza di una formazione politica della libertà è indispensabile per migliorare la convivenza, specie nell’epoca presente. Tu ben sai che al riguardo abbiamo avuto screzi (ad esempio quando nel 2020 ti intestardisti nell’opporti alla riduzione del numero dei parlamentari, in nome di una concezione tradizionalista del parlamentarismo), ma nelle condizioni attuali sei il solo in grado di avere qualche possibilità di far raggiungere questo obiettivo ai liberali in Italia. Ad una condizione indispensabile. Presentare ai cittadini una linea politica liberale in maniera inequivoca, che possa ottenere una consistenza elettorale sufficiente ad influenzare il clima politico nel parlamento UE e di conseguenza riflettersi positivamente su quello nostro nazionale. I tempi sono molto stretti, dal momento che la linea liberale dovrà iniziare a manifestarsi fin dall’incontro di Bologna a giugno. Desidero tratteggiare in sintesi tale linea.
1-I principi – Parto con i principi emersi dall’esperienza. Tre parole: libertà, individualismo e diversità. Il mondo è composto da individui liberi diversi al passar del tempo. Perciò il cambiamento non è una cosa intenzionale – come sostengono i fautori dell’approccio religioso o dell’ideologia – ma è la fisiologica modalità di funzionamento della vita sulla terra. Da quasi quattro secoli il liberalismo adotta queste tre parole per affrontare il cambiamento continuo che ci circonda. Dunque rifugge dai testi sacri, dall’evocare l’unità indistinta, dal perseguire il collettivismo, dal pretendere la comunità, dal cercare il potere elitario. Invece si impegna costantemente per costruire istituzioni imperniate sui singoli cittadini che esercitano il rispettivo spirito critico. E queste istituzioni, dotandosi di norme da loro scelte e aggiornate nonché su interventi sollecitati dai cittadini per risolvere i nodi creatisi di volta in volta, puntano a rendere migliore la convivenza nel tempo, facendo attenzione a verificare i risultati indotti da quegli interventi. Usare questo metodo da la massima possibilità di costruire istituzioni che preservino il cambiamento degli individui liberi e diversi.
2. Il programma per le elezioni UE del 2024 – 2a) Ai cittadini le scelte Essenzialmente battersi perché cresca l’affidare l’UE alle scelte dei cittadini europei, rilanciando così l’impostazione originaria dei Trattati del 1957, lasciata dopo Maastricht nel 1992 per regredire al concetto di stato tradizionale basato sul maggior potere disponibile a prescindere dal ruolo determinante dei cittadini. Il cambio di indirizzo voluto ora dai liberali significa dare il primo posto ad una trasformazione istituzionale che dia più peso ai cittadini fin dalla presentazione delle liste elettorali in chiave europea. E subito dopo alla rappresentanza Parlamentare. In pratica una trasformazione che spinga a far maturare la prospettiva di una convergenza delle varie economie dei paesi membri per arrivare al dotarsi della medesima struttura fiscale (altrimenti la moneta unica è una costruzione artificiale senza anima di libertà civile) , per completare il mercato europeo dei capitali (un’esigenza ineludibile nell’ottica di coinvolgere i cittadini), che smetta di utilizzare organismi, quale il Meccanismo Europeo di Stabilità, estranei per struttura al diritto UE (i prestiti negoziati da un organo a tre, la Commissione UE, la BCE e il Fondo Monetario Internazionale, dei quali la BCE non è un organo dell’UE e il FMI è estraneo all’Europa; quindi assai lontano dai cittadini europei), che operi una rapida riduzione del ruolo del Consiglio d’Europa in decisioni della Commissione UE e che non attui la procedura, esistente e finora mai applicata, della responsabilità del medesimo Consiglio nell’elezione del Presidente della Commissione. Insomma, i liberali vogliono riprendere a costruire l’UE sulle scelte dei cittadini e non su burocrazie autoreferenziali europee o dei singoli Stati.
2b) Fenomeni migratori. Con il medesimo criterio, i liberali intendono affrontare la sfida principale dei cittadini europei nei rapporti con gli stati extraeuropei, cioè come affrontare il persistente incremento dei fenomeni migratori in dimensioni assai superiori al passato. Perché una grande convivenza all’insegna della libertà tra i cittadini, comporta che gli ingressi irregolari in ciascun paese da fuori UE costituiscano un problema per l’intera UE. Fissato questo principio, si dovranno convenire a livello UE – sempre adottando il metodo della libertà, cioè il coinvolgere i cittadini europei e l’affidarsi alle loro decisioni – le tipologie normative e gli interventi materiali da perseguire al fine di mantenere una sostenibilità territoriale, di garantire che chi arriva in UE non sia né svantaggiato né privilegiato, di attivare con i paesi di provenienza una collaborazione adeguata per contenere i flussi migratori iniziando dal contribuire al miglioramento al loro interno delle condizioni di vita dei loro cittadini.
2c) La libertà degli scambi. Attraverso comportamenti politici del genere, l’UE applica una coerente concezione della libertà fondata sui continui scambi di idee e di iniziative tra cittadini diversi. L’UE, a differenza delle attuali università americane, non reprime le divergenze di opinione, come faceva l’inquisizione. La concezione della libertà aperta nulla ha a che vedere con la concezione alternativa della libertà di tipo imperiale. Del resto, la forza dell’Occidente consiste nella libertà degli scambi entro la diversità mentre la sua malattia sta nella libertà imperiale, che vuole l’unità e rifugge la diversità. La libertà dell’Occidente è consapevole che esistono ed esisteranno autocrazie dedite a bandire la libertà dei cittadini dalle proprie istituzioni. Ma è altrettanto consapevole che la pretesa di eliminare quelle autocrazie trasformerebbe la libertà degli scambi in una libertà imperiale, che rinnega la sua stessa essenza. La libertà fondata sugli scambi è connessa strettamente al praticare il sistema della concorrenza garantendolo in ogni occasione. Ne consegue che nell’UE gli interventi istituzionali vanno concepiti come un correttivo – sempre soggetto alla valutazione elettorale – richiesto dal manifestarsi di nodi provocati dall’insufficiente funzionamento del criterio concorrenza nel meccanismo della libertà tra i cittadini individui (nodi che, se non corretti, porterebbero ad un insufficiente grado di libertà, fisica e spirituale, per il cittadino). Allora è una grave contraddizione in termini di politica liberale, violare apposta le norme della concorrenza in nome di principi che privilegiano un’imposizione ideologica piuttosto che il realizzarsi degli scambi. Ad esempio, sarebbe molto sbagliato prolungare l’accordo per far uscire il grano dall’Ucraina ad un prezzo “bellico” che blocca il grano prodotto da diversi stati membri UE oppure non rispettare i tempi previsti per entrare nell’UE in modo da potere accelerare l’ingresso dell’Ucraina.
2d) L’energia. Il quarto punto chiave per i liberali, è indurre l’UE ad impegnarsi con decisa lungimiranza perché i cittadini europei dispongano di energia in quantità sufficiente per ogni esigenza del vivere. Il che significa, anche qui, esaminare di continuo tutte le possibilità di risolvere il problema energetico utilizzando le varie conoscenze disponibili, ovviamente tenendo conto delle conseguenze ambientali derivanti da ciascuna tecnologia adottata. I liberali sottolineano che un esame simile va fatto senza pregiudizi ideologici relativi ad ogni fase della ricerca (quindi una sperimentazione che stia ai risultati e non alle convinzioni e ai desideri) e senza voler imporre nessuna strategia ritenuta più efficace (quindi non ricorrendo a strategie obbligatorie) .
2e) Prima l’UE va costruita. I punti programmatici descritti fin qui sono indispensabili per riaprire il cantiere della costruzione UE. Che è una questione urgente perché, contrariamente a quanto cianciano i fautori dello Stato potere che si impone su ogni cosa, non esiste ancora un’UE sovraordinata agli Stati Membri al di là delle materie previste nei Trattati. Il punto politico è far maturare progressivamente la rinuncia degli stati, in settori sempre più ampi, ai rispettivi privilegi sovrani. Il che può verificarsi solo attraverso il prevalere dell’affidare le scelte UE ai cittadini europei, un processo lento ma più fecondo dal vecchio approccio federalista. L’indispensabile maturazione di questo tipo relega nettamente nelle retrovie la questione molto cara ai sostenitori della libertà imperiale, vale a dire il dar vita alla forza di difesa UE integrando le forze armate dei paesi membri. Perché un esercito UE è impensabile prima del completamento della trasformazione istituzionale in cui prevalga il peso ai cittadini. Fino ad allora le competenze della difesa rimarranno ai singoli stati membri.
3. Le alleanze – I liberali dovranno impegnarsi perché nel 2024 , per le Europee in Italia , si presenti una lista nella prospettiva della libertà individuale nella diversità. Per giungervi, saranno necessari compromessi purché si mantenga l’indirizzo complessivo a partire dall’aderire al gruppo ALDE-Renew Europe, vale a dire quello della cultura liberale. E purché l’appartenenza alla cultura politica liberale appaia ben chiaro a livello dei mezzi di informazione, data l’inutilità elettorale della presenza del termine liberale nei documenti interni della lista. In sostanza, il dibattito sulla formazione del Terzo Polo va rovesciato. La questione politica di quale programma per il 2024 precede gli aspetti dei rapporti nazionali tra IV, Azione e Led.
Concludendo, caro Giuseppe, dovrai impegnarti non poco insieme agli altri amici.