Il divario tra la stampa USA e quella italiana

Domenica 22 maggio il Direttore di Repubblica Molinari ha fatto toccare con mano la distanza della stampa nostrana da quella americana. Ha scritto con enfasi ultimativa “chi non crede nella democrazia liberale sta con Putin mentre chi la vuole difendere, migliorare e magari rigenerare gli si oppone con fermezza” . Viceversa tre giorni prima un editoriale redazionale del New York Times, importantissimo quotidiano sostenitore dell’Amministrazione Biden, aveva pubblicato un pezzo argomentato che si conclude: “mentre la guerra continua, Biden dovrebbe anche chiarire al presidente Zelensky e al suo popolo che c’è un limite a quanto gli Stati Uniti e la NATO si spingeranno per affrontare la Russia, e limiti alle armi, al denaro e al sostegno politico che può radunare. È imperativo che le decisioni del governo ucraino si basino su una valutazione realistica dei suoi mezzi e di quanta più distruzione può sostenere l’Ucraina. Confrontarsi con questa realtà può essere doloroso, ma non è acquiescente. Questo è ciò che i governi sono tenuti a fare, non inseguire una “vittoria” illusoria”.

La conclusione del pezzo del NYT arriva nella sostanza a quanto sostiene da settimane chi scrive. L’Occidente si è galvanizzato, scorgendo nell’Ucraina solo la volontà di autonomia contro l’autocrazia russa. Ma la libertà non può essere un sogno, mantiene sempre i piedi per terra per compiere passi reali. Il NYT non ha dimenticato che la volontà di autonomia Ucraina è stata resa possibile proprio dai molto consistenti aiuti dell’Occidente. E che alla fine l’Occidente profondo tien conto della realtà e riflette sul concedere all’Ucraina aiuti illimitati, che attribuirebbero al dare alla caratteristica libertà, un marchio imperiale che con la libertà è incompatibile. Oltretutto perché è notorio da anni che la politica interna Ucraina è inquinata da una forte corruzione non rispettosa del metodo della libertà civile.

E’ perciò visibile che il quotidiano USA ha l’autonomia per fare il bagno di realtà e porsi problemi (atti inseparabili dal praticare la libertà). Quelli italiani no. Qui la questione centrale non è riflettere fin dove aiutare l’Ucraina, ma combattere o no Putin. E’ sbagliato non solo in termini deontologici, ma perfino culturali. Perché l’avversione alla struttura istituzionale esistente in Russia voluta da Putin , è implicita nella scelta della libertà. Ed è altrettanto implicito che tale avversione si manifesta non nell’aiutare l’uso delle armi bensì nel far dispiegare negli scambi civili l’efficacia superiore della libertà per migliorare la vita quotidiana (bloccata dalle armi). La questione vera in Occidente è come praticare la libertà non imperiale.

Ciò vale ancor più nel caso dell’Italia, che pare non rendersi conto di dover affrontare problematiche non coincidenti con quelle USA e della NATO. Per esemplificare. L’Italia, nel mentre arma l’Ucraina , ha elaborato una proposta formale di pace, evidentemente d’intesa con USA e NATO, trasmessa anche all’ONU. Come prima cosa da per scontata l’impostazione USA NATO per cui la guerra è dipesa solo dalle mire espansionistiche di Putin nel Donbass. E ignora l’inadempimento dal 2015 del trattato Minsk2 con cui l’Ucraina aveva assunto l’impegno a riconoscere al Donbass un’autonomia rafforzata (aspirazione Russa). Il cessate il fuoco immediato cristallizzerebbe le posizioni senza diminuire le pressioni sulla Russia. Poi propone di fare entrare subito l’Ucraina nella UE, non rispettando le tempistiche procedurali e soprattutto i diritti civili nell’ordinamento interno. Ma questo non tiene conto della già esplicita contrarietà della Germania la quale ha precisato che saranno necessari anni. Poi propone un orizzonte di trattativa per definire una nuova sicurezza in un’ottica di una ampia espansione dell’UE, dei candidati ad entrarvi e della Gran Bretagna, progetto funzionale all’idea di un occidente trionfante. Fare una proposta del genere , corrisponde all’impostazione galvanizzata di USA e NATO, senza tener conto degli interessi della Russia, o meglio considerandoli già sconfitti.

Un comportamento del genere è una confusione irrealistica, di un Ministro degli Esteri non all’altezza e di un Primo Ministro, che è super negli aspetti della gestione economica ma un pesce fuor d’acqua nella politica ove ha il ruolo del filo americano acritico declamante il lavoro di pace. Molinari nel suo articolo ha scritto che Putin intende portare scompiglio in Occidente. Con il comportamento tenuto l’Italia agevola il suo disegno, perché non segue il criterio di pensare al come attuare un coerente disegno di libertà, e rincorre la propanganda del fautori di un marchio imperiale della libertà che è impossibile.

Questa voce è stata pubblicata in ARTICOLI e INTERVISTE (tutti), sul tema Quadro politico e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.