Una critica infondata alla cultura laica (al Direttore de Il Corriere)

Egregio Direttore,
Sul Corriere di oggi, Ernesto Galli della Loggia critica a fondo la cultura laico progressista per il suo silenzio a proposito della “singolare omissione del Cristianesimo tra le radici storiche dell’Europa”.

A me pare di esser di fronte non al silenzio della cultura laica ma alla sordità dell’articolista per quello che questa cultura esprime. Trattandosi della cultura della libertà di coscienza e dei diritti umani, essa è intrinsicamente legata allo scorrer del tempo e non può esser conquistata una volta per tutte perché non vince mai per sempre. Il presunto silenzio della cultura laica sull’omissione del Cristianesimo è semmai una voce a favore della conferma – necessaria anche nell’Europa in costruzione – che il richiamo alle tradizioni religiose è prezioso proprio perché non stabilisce preferenze o privilegi per questo o quel filone religioso.

Nell’ottica della laicità e della libertà, stabilire preferenze e privilegi non solo addomesticherebbe la storia europea ( senza più ebrei, senza più arabi, senza più guerre di religione ) ma introdurrebbe surrettizi motivi per successive pretese di futuri vantaggi negli ordinamenti civili ( nonostante la presunta laicità delle istituzioni secolari) e renderebbe ancor più complicati i rapporti interni e internazionali della UE.

Questa voce è stata pubblicata in LETTERE (tutte), su questioni politiche, su questioni separatiste e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.