Ancora su Giulio Giorello

Giulio Giorello è stato un cittadino capace di liberarsi del conformismo che imbriglia il  conoscere. Partito dal materialismo dialettico,  si rese conto che il motore del mondo e delle relazioni umane, non era il marxismo: era la libertà di ogni individuo congiunta alla sua diversità.

Per Giorello la libertà non può essere un sistema statico. Vive nel tempo e nella diversità, quindi deve essere sempre attiva, nei modi più vari. Giorello era cultore di tutti movimenti  di aspirazione alla libertà civile nel mondo, seppure con modalità innovative rispetto ai precedenti modelli.

Sempre in prima fila, ogni volta richiamando che l’importante non è la protesta in sé e l’emozione che origina, ma la spinta ad una definizione, nuova e più libera, di cosa viene accettato nella convivenza. Giorello diceva che non si deve rinviare l’impegno delle lotte in tema di libertà. Il futuro è adesso.

Il suo grande tema era la libertà religiosa, per sbloccare  verso l’autodeterminazione individuale. La libertà del laico è il poter essere di nessuna Chiesa, scrisse. Dal dare a ciascuno  la possibilità di credere o no (e di costruire ogni tipo di luogo di culto) al togliere agli italiani i lacci del Concordato con i suoi tentacoli soffocanti.

Contro uno di questi tentacoli, a fine 2012, Giorello scrisse una lettera – con il direttore di Non Credo, con me, ed altri 25 esponenti della laicità – al sen. Monti, Presidente del Consiglio, perché non presentasse ricorso avverso una Sentenza della Corte di Strasburgo  di condanna all’Italia in merito alla legge sulla procreazione assistita. Dopo due mesi di contatti nebbiosi con i ministeriali  cattolici chiusi, il ricorso venne fatto l’ultimo giorno, fu respinto, svelando un paese arretrato ancora una volta.

Quella lettera servì a non accettare il supposto buon senso civile del conformismo. Il buon senso pare l’essenza della saggezza ed è l’orlo del baratro immobilista. In ogni momento occorre porsi il problema di cosa può funzionare in altro modo e dell’efficacia di questo nuovo modo. Giorello ammoniva che occorre applicarsi ad infrangere ogni barriera.

Il concetto di autodeterminazione individuale si interseca col concetto del tempo che passa. E poi  col principio  di Popper per cui la scienza è tale solo se è falsificabile. Insomma, un impianto concettuale così esige di affrontare cambiamenti di ogni tipo.  Perciò Giorello era attento a Feyerabend, che esprimeva l’esigenza che la ricerca non si blocchi al sorgere di contraddizioni e che il metodo si ampli senza fossilizzarsi ripetendo sé stesso.

Giorello è stato un gigante  della filosofia delle libertà. Ricordiamolo come massimo esempio del come, per essere progressisti, si debba prima essere liberali e basarsi sull’individuo.

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