Bipolarismo elettorale e bipolarismo cosmico

Commento ad un articolo de LaVoce.info

Molto giusto dire che la riforma elettorale è importante ma è un’utopia ritenerla risolutiva. Invece è equivoco e storicamente errato, riprendere la litania del maggioritario concepito per ridurre i partiti. Si voleva equilibrare il rappresentare e lo scegliere. Non si arrivò al doppio turno (alle politiche 1996 era la tesi 1 dell’Ulivo e il programma di Forza Italia) non perché non volle Berlusconi (l’opposizione) ma perché D’Alema non attuò la tesi 1 per non dispiacere il gruppo dei Popolari dell’Ulivo contrari alla tesi fin dall’inizio. Di fatto, il germe del fallimento fu inoculato dalla pretesa di far divenire il bipolarismo elettorale (che esprimeva la necessità di scegliere) un bipolarismo cosmico  (che privilegiava l’appartenenza forzata ai gruppi più grossi). Visti i risultati di Mattarellum e Porcellum, oggi sarebbe ragionevole e realistico mescolare la rappresentanza proporzionale con il criterio di scelta maggioritario. Si può ottenere col doppio turno con sbarramento al 2% (al primo turno assegnati i 2/3 dei seggi con il proporzionale puro tra le liste e al secondo assegnati i 2/3 dei restanti con il maggioritario di coalizione lasciando l’altro terzo alle perdenti).

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