Una concezione distorta

Il fondo sul corriere della Sera del prof. Salvati esprime una concezione distorta della convivenza e stabilisce una errata correlazione tra le responsabilità dei politici e dei cittadini.

La prima tesi di Salvati (“l’obiettivo di un politico non cambia: farsi eleggere”) confonde la politica deteriore con il ruolo della politica quale confronto di proposte per regolare la convivenza. Il vero obiettivo del politico è il progetto su cui chiedere il voto agli elettori. Senza questo, lo scontro fra candidati non è più tra le rispettive proposte, bensì tra le rispettive promesse di gestione amicale del potere. La lotta politica scompare e regna indisturbata quella per il potere.

Poi il prof. Salvati fa una constatazione (“laddove la società civile non produce  occasioni di reddito in quantità sufficiente, le domande degli elettori si riversano sul settore pubblico”) per  trarne una seconda tesi. Si tratterebbe di “una domanda impropria degli elettori”. E  per “responsabilità” gli elettori senza lavoro e reddito, non dovrebbero chiedere alle istituzioni di creare il clima per assicurarli? cioè di funzionare?

Infine il prof. Salvati enuncia la terza tesi sulle autonomie locali, “se la valutazione degli elettori è insufficiente, occorrono meccanismi di controllo più potenti di quelli che operano ora”. Al posto del giudizio dei cittadini, balena il governo elitario di chi sa ed ha il potere per imporsi.

Insomma, la politica senza progettualità di Salvati, vuole evitare il conflitto (liberale) tra proposte diverse, tifa per il conformismo dei potenti, ha già portato alla catastrofica situazione odierna. Non tanto dell’area PD ( paga la sua scelta) quanto dell’opposizione nel complesso. Priva di progetto alternativo al berlusconismo, fa scandali perché qualcuno intervenga. E’ una linea assurda bloccata (naturalmente) da Napolitano . Ma se i professori non smettono di considerare  la politica per progetti una cosa inutile, l’alternativa di governo non si costruirà mai.

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